Il FAI (Fondo Ambiente
Italiano) delegazione di Ravenna, propone venerdì 21 marzo alle 18.00, al
Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo (RA), una speciale “anteprima”
provinciale delle Giornate FAI di Primavera 2014. Oltre alla presentazione
dettagliata dei beni aperti sul territorio provinciale (22-23 marzo) la serata
sarà incentrata sulla figura di Ottaviano Augusto e sull’uso propagandistico delle
immagini come mezzo per l’esercizio del potere. Si tratta di un esclusivo
“regalo” che il FAI ravennate vuole fare ai propri iscritti. L’occasione per parlare di
questo argomento sarà la presentazione al pubblico di un pregevole calco
ottocentesco da originale di età augustea conservato nel museo bagnacavallese,
calco che da poco è stato recuperato grazie ad un restauro fatto eseguire dal
Comune di Bagnacavallo che ne ha consolidato la struttura e ripristinato
l’unità estetica. Si tratta di una grande testa in gesso rappresentante la dea
Hera (Giunone) il cui originale è la celeberrima “Hera Ludovisi”,
conservata nel museo romano di palazzo Altemps. L’Hera Ludovisi apparteneva
ad una delle collezioni di sculture antiche più celebri e ricche di Roma, la
collezione del cardinale Ludovico Ludovisi, nipote di Gregorio XV. L’opera ebbe
un’enorme fama a partire dalla fine del Settecento, soprattutto in Germania,
dove si cominciarono a produrre diversi calchi anche sulla scia dell’entusiasmo
per questa scultura da parte di Winckelmann.
Il più autorevole estimatore
di di questa testa fu senz’altro Goethe, che la definì “il mio
primo amore romano”. Volle a tutti i costi avere un calco di questa
testa, un calco oggi conservato nella sua casa natale ed identico a questo del
Museo di Bagnacavallo. Sul finire dell'Ottocento,
sulla base di confronti con alcuni rilievi antichi, si giunse a ipotizzare che
questo volto di Hera fosse in realtà un'immagine idealizzata di una donna della
famiglia imperiale di età giulio-claudia (I sec. d.C.). In particolare, sulla
base del confronto con un rilievo dell'Ara Pacis, si è proposto di riconoscere
in questo volto femminile divinizzato quello di Antonia minore, figlia
di Marco Antonio e di Ottavia, figlia dell'Imperatore Ottaviano Augusto.
Antonia era ricordata come saggia e virtuosa; negli ambienti della famiglia
imperiale si è dunque deciso di farne un'immagine divinizzata, con uno stile di
gusto classicistico. L’importanza del calco
bagnacavallese, oltre che per il celebre modello, si deve anche alla storia che
ha attraversato. Questo calco è appartenuto al pittore Enzo Morelli, che
lo tenne nel suo studio e al quale spesso si ispirò nelle sue opere. La grande
testa fu donata a Morelli dallo scultore Arturo Martini, che
probabilmente la teneva a sua volta nello studio e dalla quale certamente
trasse ispirazione. Al termine aperitivo nei chiostri del museo offerto da azienda biologica Celti Centurioni, Bagnacavallo (RA)
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