Elio Minguzzi nasce a Villanova nel 1942; di professione artigiano, ha lavorato come marmista e cementista. Dopo essersi dedicato in gioventù alla scultura e alla pittura, ha lasciato le arti per dedicarsi a una nuova passione: il giardinaggio. Ha realizzato in quasi venti anni di intenso lavoro, esclusivamente nel suo tempo libero, un giardino in stile romantico, in un campo di quasi 10 mila metri quadri di sua proprietà. Il sacrificio è stato forte: intere notti e intere domeniche nel campo, anche alla luce di un solo faro. Il suo desiderio era quello di creare uno spazio che riportasse alla sua mente il mondo "incantato" dell'infanzia e della adolescenza.
Nel suo volume "Miscellanea Romagnola", presentato al pubblico nel 2015 per Claudio Nanni editore, Elio Minguzzi racconta di un tempo in cui scorrazzava per le campagne felice, entrando nelle antiche ville padronali in rovina, con pietre divorate da edera, muschi, sepolte dalla vegetazione. Si trovavano in un raggio di 7/8 km da casa sua; essendo felice non avvertiva mai o quasi mai il desiderio di allontanarsi da Villanova. Così come il giardiniere trova nel suo giardino il mondo, e non ha bisogno di viaggiare, così Elio Minguzzi aveva in quella terra di Romagna del periodo post-guerra, tutto ciò che si potesse desiderare al mondo.
Per questo motivo Elio Minguzzi ha piantato alberi da frutto che non necessitano di trattamenti, come fichi, cachi, giuggioli, poi, avendo letto che un giardino non è un giardino senza le rose, ha cominciato a fare tralicci e comperare rose, specialmente rampicanti. Le rose però sono impegnative da curare - così scrive Elio nel volume che mi sono divorata una volta tornata a casa - ma con le loro cascate di fiori, ravvivano la vegetazione, creando equilibrio vicino ai colori austeri e compatti degli alberi.
Ho apprezzato il giardino attimo per attimo: quando mi sono resa conto che aveva tante sorprese da disvelare, mi sono lasciata avvolgere dall'atmosfera della fiaba, e sono partita alla sua conquista.
Penso con le mie foto di essere riuscita a cogliere lo spirito di chi l'ha realizzato, e ne vado piuttosto fiera. Ho letto che Elio pensa che occorrano molti anni per tornare bambini: ecco, nel suo giardino, in un attimo si può fare. Per aggiungere magia alla magia, in occasione di "Meraviglie Segrete", all'interno del "Giardino Incantato" si è svolto un trebbo poetico, parte in lingua italiana e parte in dialetto romagnolo.
A condurre l'evento era stato chiamato Marco Sassatelli, l'amico dal quale tra le altre cose avevo ricevuto l'invito a partecipare. E' stato un vero piacere ascoltare tante storie di Romagna, ma soprattutto Elio Minguzzi stesso, che con sobria semplicità, ha presentato i propri ricordi sotto forma di racconto.
In lontananza, al tramonto, il gracidare delle rane, e una sensazione di abbandono e benessere che ti pervade, mentre siedi ad ascoltare i suoni delle voci narranti. Un giardino che è un racconto di piante, fiori, pietre, acque, ma non solo.
Migliaia sono i visitatori che, anno dopo anno, Elio Minguzzi accoglie nel suo "giardino incantato" nel periodo della fioritura, in primavera, a entrata libera, senza pagamento di biglietto d'ingresso. Un'attività quindi anche di tipo sociale e non speculativo, portata avanti primariamente da Elio Minguzzi per sentire il buono della natura attorno a sé. I miei complimenti all'uomo e all'artista del verde che, nel corso degli anni, egli è diventato.
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