Visualizzazione post con etichetta Heritage. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Heritage. Mostra tutti i post

domenica 30 giugno 2019

La "Manica Lunga" della Biblioteca Classense a Ravenna


All'interno del complesso monumentale della Biblioteca Classense troviamo gli spazi della Manica Lunga, anticamente adibiti a deposito, cantine e stalle dell’abbazia camaldolese. In Manica Lunga sono stati eseguiti lavori di consolidamento delle strutture, di deumidificazione e di arresto del degrado materico nel periodo 1981-1983. La sala viene ora utilizzata per mostre temporanee.

La realizzazione del pavimento a mosaico ha visto l'intervento dell'architetto Dezzi Bardeschi per il progetto e della professoressa Grazia Brunetti, unitamente agli allievi dell'Istituto d'Arte di Firenze, dell'Accademia di Belle Arti di Ravenna e dell'Istituto Statale d'Arte per il Mosaico di Ravenna, per la realizzazione. I lavori sono stati affidati alla ditta Iter, per documentazione dei quali vi rimando al sito www.itercoop.com

Varcando la soglia della sala, discendendo la breve rampa d'accesso , si profilano subito gli otto sostegni centrali: sei pilastri e due colonne monolitiche di granito con capitelli di spoglio. A destra dell'ingresso si trova la vasca circolare, ritagliata intorno alla prima colonna, di epoca bizantina, per consentire la messa in luce del basamento; il disegno della vasca evoca una carta nautica di natura immaginifica.

Il pavimento della sala è definito da orbite concentriche ellittiche che ruotano intorno ad ogni pilastro;  per la sua realizzazione si sono usati sia raggette di ottone sia materiali in sfumature  diverse, varianti dal celeste chiaro al blu profondo.Per visitare la Sala della Manica Lunga della Biblioteca Classense ed ammirare questi splendidi mosaici pavimentali occorre attenersi agli orari previsti dalle singole mostre temporanee in programma. Attualmente in corso la mostra "Ieri Oggi", aperta tutti i giorni dalle 15 alle 18 a titolo gratuito. 

Il disegno del pavimento ripropone la figura di uno schiacciato geografico tolemaico, un globo terracqueo e le orbite dei pianeti del sistema solare. La superficie del pavimento misura mq 340 e viene realizzata con pietre, vetro o materiale di recupero. Il materiale lapideo viene così riferito: ciottoli di fiume (serpentino nero delle Alpi, rosso di Verona, brecce di vario colore, bianco di Carrara), ecc.

Nelle discariche di lavorazione del vetro di Empoli vengono reperiti 15 quintali di frammenti colorati, con i quali poi, fatti macinare, si sono realizzate le zone perimetrali della grande sala, l’intorno dei vari pilastri e le zone speciali (la vasca circolare con una geografia immaginaria, la terra di luna, il grande occhio bianco a pavimento)

Le orbite che ruotano attorno ad ogni pilastro sono realizzate in cubetti di porfido grigio e rosso da pavimentazione stradale, nella pezzatura 4x6, 6x8, 8x10, 10x12. Per la posa in opera dei frantumi di vetro è stata utilizzata della resina epossidica, mentre per i ciottoli e i cubetti di porfido è stato spalmato un impasto bagnato (magro) di circa cm. 2 di sabbia e cemento portland, rapporto 3 a 1. Questo impasto è stato steso su un altro strato di circa 3-5 cm di spessore costituito da sabbia, sabbione (ghiaia), calce e cemento. Questo, a sua volta, sovrapposto a un “vespaio” costituito da ciottoli, di circa 6-7 cm di spessore, e sabbia, necessario per eliminare l’umidità del terreno; infatti ,in questo caso, non è stato creato un fondo in calcestruzzo data la peculiarità del terreno sul quale è stata costruita la Biblioteca Classense, particolarmente impregnato di umidità. La Biblioteca Classense di Ravenna concede attualmente in uso la Manica Lunga per esposizioni temporanee. Il noleggio è a pagamento e soggetto a tariffe. Per info occorre chiamare gli uffici al 0544482151.



venerdì 5 aprile 2019

"Io vado al Museo": domenica 7 aprile a Forlì (FC)

Segnalo che la prima domenica di ogni mese i musei civici di Forlì sono aperti gratuitamente con l'obiettivo di ampliare l'accessibilità e la conoscenza del patrimonio museale cittadino. Il Comune di Forlì, aderendo all'iniziativa "Io vado al Museo", proposta dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, apre le collezioni d'arte permanenti nei consueti orari della domenica a turisti e residenti senza il pagamento del biglietto d'ingresso. Domenica 7 aprile a Palazzo Romagnoli dalle 10,00 alle 18,00 sarà possibile ammirare gratuitamente le Collezioni del Novecento e la mostra temporanea "Arte e Gioia di Vivere. Ricordo di Enzo Bellini" .
Al San Domenico si potranno invece visitare gratuitamente le sale al primo piano delle Collezioni Civiche permanenti (ore 10,00 - 20,00) e la mostra "Le eleganti carte di Antonello Moroni". Per la visita all'esposizione temporanea "Ottocento.L'arte dell'Italia tra Hayez e Segantini" è richiesto il consueto biglietto di ingresso. Sempre ad ingresso gratuito apre anche il Museo del Risorgimento a Palazzo Gaddi dalle 15 alle 18 e alle 15,15 sarà possibile partecipare ad una interessante visita guidata. I visitatori sono invitati a condividere la propria esperienza sui social con gli hashtag #iovadoalmuseo e #museiforlì.

venerdì 25 gennaio 2019

In visita guidata al museo "Classis Ravenna" a Classe (RA)

In seguito alla mia partecipazione al video contest di dicembre 2018 per il progetto #MyRavenna (per il quale potete trovare il mio contributo qui), alcuni giorni fa sono stata invitata a partecipare a visita guidata al museo "Classis Ravenna" al fine di raccogliere materiale e sviluppare eventuali nuovi progetti video. Si tratta di un contenitore culturale aperto al pubblico dal 1 dicembre 2018, per il quale avevo già partecipato alla inaugurazione riservata alla stampa. 

Ad accogliere il visitatore una rampa di scale sulla quale è posizionato il "mosaico dell'onda", a sancire lo stretto legame tra Ravenna e il mare, suggerendo la presenza dell'acqua in movimento attraverso la suggestione offerta dalla rifrazione della luce naturale sulle tessere dalle mille sfumature di blu marino del mosaico stesso, progetto curato dal prof. Paolo Racagni, mosaicista di fama internazionale. 

Il progetto globale del museo "Classis Ravenna" porta invece la firma dell'architetto Andrea Mandara, il quale ha pensato di inserire l'onda musiva in ingresso al museo proprio per rafforzare il legame tra il museo e le altri componenti del sistema territoriale che lo comprende: la basilica di Sant'Apollinare in Classe, gli scavi dell'Antico Porto di Classe e, ancora da realizzare, l'allestimento museale degli scavi della Basilica di San Severo. Nell'atrio del museo, a rafforzare l'idea di "Ravenna città d'acque" compare la proiezione a soffitto di un antico mosaico, fruibile oggi all'interno della basilica di Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna. 

   
La visita guidata al museo è didattica ed esaustiva: offre, attraverso una linea temporale che segue anche l'esposizione generale del materiale museale, un tuffo nella storia della città di Ravenna, dall'epoca pre-romana all'anno mille. 

Il museo sorge ora dove un tempo sorgeva l'antico Zuccherificio di Classe, edificato tra il 1899 e il 1900, il quale fu il primo nel suo genere in Italia, dove la barbabietola da zucchero, inserita quale coltivazione nella zona di Classe al posto del riso, veniva trasformata in zucchero. per essere poi distribuita in Italia e all'estero. La produzione ebbe grande successo inizialmente, lentamente declinò nel Novecento, fino alla chiusura dello stabilimento, avvenuta nel 1982. 

Per il recupero e la ristrutturazione dell'edifico, dagli anni Novanta ad oggi, sono stati investiti 22 milioni di euro  da parte del Comune, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Emilia-Romagna e dell’Unione Europea, con l’apporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna: un investimento che ambisce a trasformare il museo "Classis Ravenna" nella porta di ingresso alla visita alla città di Ravenna, per un pubblico di livello internazionale, sempre più attento ed esigente.

La superficie espositiva si sviluppa su 2.600 metri quadrati, circondati da un’area verde di 15 mila metri quadrati; lungo l’itinerario di visita si ammirano 600 reperti, tra oggetti di vita quotidiana (anfore, ceramiche, monete) e manufatti artistici (statue, mosaici ecc). Una particolare attenzione è dedicata agli apparati didattici e illustrativi, con ampio ricorso a ricostruzioni grafiche e tridimensionali, filmati, plastici ed altro ancora. Al secondo piano dell'immobile si prevede l'allestimento di mostre temporanee, mentre nei sotterranei insiste un centro di ricerca e formazione, con laboratori per lo studio e per il restauro del mosaico antico, curato da Fondazione RavennAntica. 

Per maggiori info su questo nuovo contenitore culturale, che sono certa in un prossimo futuro farà molto parlare di sé, vi rimando al sito, Altamente consigliata la visita guidata, essendo la storia di Ravenna talmente ricca e variegata, da necessitare continui approfondimenti anche ai più esperti.   

sabato 10 novembre 2018

Visita a piedi in Pineta San Vitale a Ravenna (RA)

Le aree verdi che circondano Ravenna sono una bellezza rara, della cui salvaguardia cui si occupò per primo Corrado Ricci. Nominato nel 1897 direttore alla Sovrintendenza del Museo Nazionale di Ravenna, divenne nel 1898 Sovrintendente ai Beni Artistici e Culturali della città, che andarono a includere, oltre a quelli monumentali, anche quelli ambientali. Sotto la sua direzione furono effettuati i restauri della Basilica di San Vitale (dal 1898 al 1901), del Cosiddetto Palazzo di Teodorico (dal 1898 al 1905), della Basilica di Sant'Apollinare in Classe (dal 1899 al 1906). La biblioteca, le carte e il ricco archivio fotografico di Corrado Ricci furono donati dal Ricci stesso alla Biblioteca Classense di Ravenna, dove sono tuttora conservati: un patrimonio ricco e vastissimo che è un piacere poter consultare. 

Se Corrado Ricci non si fosse preso tanto a cuore la salvaguardia delle pinete ravennati, forse queste non sarebbero mai giunte fino a noi. Oggi il sottobosco è incolto, ma un tempo la pineta veniva vissuta e pulita con regolarità: si raccoglievano infatti i pinoli, che furono per decenni la vera ricchezza della zona di Ravenna. In epoca antica ai pinoli venivano attribuite anche proprietà curative. Già nel ‘700 Ravenna creò una sorta di piccola industria del frutto che iniziava con la raccolta e terminava alle porte dell’estate con la stesura dei pigne sulle aie delle pinete di San Vitale e di Classe. Qui venivano battute con mazze, poi con il sole estivo o con fuochi accesi, che ne permettevano l’apertura, i pinoli venivano fatti cadere dal loro primitivo involucro per poi essere raccolti. Oggi sono stata in Pineta San Vitale, grazie ad una bella iniziativa di Trail Romagna, nell'ambito di ItineRA, Festa del Cammino Consapevole, in programma a Ravenna dal 29 settembre al 14 ottobre 2018. 


Ad accompagnarci nella nostra visita guidata è stata Silvia Togni, scrittrice, guida turistica ed ambientale, splendida narratrice delle storia di Romagna. Quanti di voi sanno che nello stemma della città di Ravenna troviamo il pino marittimo?  La cultura del pino è inscindibilmente legata alla storia di Ravenna, prova ne è la presenza della pigna nello stemma del Comune di Ravenna, che è di colore giallo e rosso, con un grande pino "a ombrello" e due leoni che si affrontano aggressivi, senza sbranarsi, divisi dall'albero centrale. 

Cultura e natura, inscindibilmente legati da un filo sottile, nei mosaici e nelle pinete di Ravenna e dintorni. La pigna, simbolo di rinascita, la troviamo a Ravenna e in Romagna in molti monumenti, soprattutto fontane, perché alla fonte, così come alla pigna,  era legata l'idea del rinnovamento e della rinascita. 

E' stato bello passeggiare oggi in pineta, accompagnati dalle parole di chi ama il territorio e te lo sa porgere con garbo e professionalità. Diciamo grazie a Trail Romagna per la bella iniziativa e a Silvia Togni per la piacevole esperienza. Camminando da Ca' Vecia siamo giunti alla Chiesetta del Fossatone, piccola e graziosa, immersa nel verde di Pineta San Vitale, a ricordarci che qui i pignolari, oltre che vivere e lavorare, costruivano anticamente edifici di culto.   

Camminando abbiamo incontrato bacche di biancospino che, mi hanno detto, una volta raccolte, si trasformano in gustose gelatine di frutta. Camminando siamo giunti in Piallassa Baiona, area umida di interesse comunitario, che conserva intatto il fascino di un tempo che fu. Sapevate che il Parco Delta del Po è la più grande garzaia d'Europa? Primati che fanno riflettere .... Garzette ovunque, ci dicono, anche sul molo di Marina di Ravenna, davanti al Mercati Ittico, dove ne troviamo una che meriterebbe un post a parte. E con questa curiosità che aleggia a mezz'aria, per oggi, da Ravenna io vi saluto. 

giovedì 8 novembre 2018

In visita alla Pieve di San Zaccaria a Ravenna (RA) con "Collegium Musicum Classense"

Amate scoprire le Pievi? Oggi vi porto a conoscere la Pieve di San Zaccaria, situata a 18 km circa da Ravenna. La Chiesa di San Romualdo a San Zaccaria (RA) si trova sul Dismano (SS 71), un percorso viario rettilineo che sin dall'antichità mette in comunicazione Ravenna (in particolar modo l’antico abitato di Classe) con Cesena, attraversando quel tratto di pianura, posta fra i fiumi Savio e Ronco, che convenzionalmente possiamo chiamare "territorio Decimano".
Questa vasta area fu anticamente interessata dalla pianificazione dei territori agricoli grazie ai romani che, in età repubblicana, procedettero alla cosiddetta “centuriazione” e, successivamente, nell'alto medioevo, entrò a far parte delle proprietà della Chiesa di Ravenna, che la suddivise in diversi distretti, ognuno dei quali controllato da una Pieve. Spesso unica traccia della presenza del cristianesimo nei territori rurali, le Pievi dell'agro romagnolo, la cui costruzione va collocata in genere nell'alto medioevo, sono caratterizzate da una architettura ripetitiva che solo raramente si distacca da schemi ricorrenti, ispirati al modello dell'edilizia urbana ravennate del V e VI secolo.

Ho fatto visita alla Chiesa di San Bartolomeo a San Zaccaria (RA) in occasione di un evento, organizzato dall'associazione Collegium Musicum Classense, coinciso con la locale Festa Paesana, che cade ogni anno la prima domenica del mese di ottobre. A condurre la visita guidata era Vanda Budini, splendida ambasciatrice della storia ravennate, che ci ha ammaliato con dettagli storici frutto della propria grande ricerca archivistica ma anche di esperienze personali dirette in loco.  
La Pieve di San Zaccaria, com'è arrivata sino a noi, d'antico conserva molto poco. Praticamente solo il campanile quadrato può farsi risalire attorno al Mille, tutto il resto è moderno, perché la chiesa fu ricostruita dalle fondamenta nell'anno 1746. Aveva tre navate, la mediana delle quali era sostenuta da colonne di mattoni, come in tutte le chiese coeve e di simile struttura. In origine la facciata di questa chiesa primitiva doveva guardare ad occidente, ma già nel 1613 essa era stata portata dalla parte del Dismano, ragione per cui non si parla in quell'anno di abside semicircolare. Per tre gradini si saliva all'altare maggiore, dietro il quale stava la sagrestia; nella navata di mezzogiorno era un secondo altare dedicato alla Madonna del Rosario, e tra la chiesa e la strada si trovava il cimitero parrocchiale. Sino a tutto il secolo XVII ed oltre alcuni monumenti d'alta antichità testimoniavano, all'interno, la nobiltà e la ricchezza passata della Pieve.
Oltre alla visita guidata, grazie alla splendida organizzazione di Collegium Musicum Classense, abbiamo potuto godere, a seguire, di un concerto di musica sacra. L'Ensemble Florum Flos, composto da Monica Sarti soprano, Enrico Scavo violone, Alessandro Casali clavicembalo, si è esibito  in un concerto dal titolo "Surge, o felix anima" dedicato al repertorio sacro del Seicento italiano. Ancora una volta, in terra di Romagna, una magnifica esperienza di vita.

sabato 20 ottobre 2018

Teatro Galli a Rimini (RN): riapertura domenica 28 ottobre 2018

Dopo 75 anni il teatro Galli di Rimini riapre i battenti con la voce meravigliosa di Cecilia Bartoli, la star mondiale della danza Roberto Bolle, il grande maestro russo Valery Gergie e un programma stellare fino a dicembre. Teatro completamente rinnovato dopo i bombardamenti del 1943, con riapertura al pubblico domenica 28 ottobre alle ore 18.00. 

mercoledì 10 ottobre 2018

"EnErgie Diffuse. Emilia Romagna un patrimonio di cultura e umanità": il programma del 13 ottobre a Cervia (RA)

In occasione dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018, Cervia aderisce alla campagna regionale “EnERrgie Diffuse – Emilia Romagna un patrimonio di culture e umanità”, organizzata per favorire la conoscenza e la fruizione del sistema culturale della nostra regione. La campagna culmina nella Settimana di promozione della cultura, dal 7 al 14 ottobre, quando in tutta la regione sono organizzati eventi speciali fra cui gli Open Day di Musei, Biblioteche e Archivi storici. Sabato 13 ottobre il Comune di Cervia apre gli istituti culturali e invita a conoscere il patrimonio che vi è custodito. Musa, il Museo del Sale, la Biblioteca comunale “Maria Goia”, l’Archivio storico, il Teatro comunale saranno aperti per accogliere chi vuole scoprire il patrimonio cittadino. In tutte le sedi culturali sarà possibile partecipare a visite guidate gratuite.

La mattina sarà possibile visitare l’Archivio storicocon visita guidata alle ore 10.30 mentre nel pomeriggioMUSA apre con ingresso gratuito dalle 14.30 ed organizza una visita guidata gratuita in compagnia dei salinari alle 15.00. 

La biblioteca “Maria Goia” opera una apertura straordinaria dalle 15.00 alle 18.00. Per l’occasione saranno in mostra libri dei fondi antichi con esemplari che risalgono anche al 1500. “Messaggi da marciapiede” e letture animate sono le iniziative organizzate per l’occasione dedicate ad adulti e bambini. Per i bimbi è in programma anche una merenda. A chiudere il tour degli istituti culturali cervesi la visita al Teatro Comunale aperto per l’occasione dalle 17.30 alle 19.30 con visita guidata alle 18.30. I visitatori degli istituti saranno accompagnati da un luogo all’altro da un facilitatore dell’associazione FESTA che illustrerà le particolarità storiche e gli scorci più significativi che si trovano lungo il percorso, dal museo del sale al teatro passando dalla biblioteca. La giornata si chiude con la visita guidata al teatro e con un brindisi finale di conclusione della giornata.

lunedì 1 ottobre 2018

Visita al giardino di Villa Manuzzi a Mensa (RA) con "Collegium Musicum Classense"


Bella esperienza ieri a Mensa (RA) grazie all'associazione Collegium Musicum Classense, che propone concerti di musica antica in luoghi di pregio naturalistico e/o storico, in terra di Romagna. La proposta per "Bellezza Fuori Porta" prevedeva una visita guidata al giardino di Villa Manuzzi, in località Mensa (RA), in compagnia dell'agronomo Giuseppe Orselli e, a seguire, concerto di musica antica ed etnica con Fabio Tricomi e Marco Ferrari. L'organizzazione è stata splendida, come sempre ho avuto modo di constatare in passato con questa associazione culturale, per cui consiglio caldamente le iniziative in programma nel prossimo futuro. 

Villa Manuzzi si trova nella frazione di Mensa Matellica del comune di Ravenna, al confine con i comuni di Cesena-Forlì-Bertinoro. Si tratta di un podere di impianto ottocentesco di grande interesse architettonico e paesaggistico. Alla villa si arriva attraverso un viale alberato con frassini e rose al cui termine si trovano due colonne in muratura a “bugna”. L’impianto originario degli edifici si colloca agli inizi del 1800. La villa venne acquistata dal Demanio il 21 aprile 1869 da Ernesto Manuzzi. Venne completamente ristrutturata intorno al 1880. Il nucleo centrale è costituito dalla Villa con la Casa nel Parco e dalla Limonaia-Cantina. La Villa di pianta rettangolare presenta un corpo centrale su due piani ed è dotata di una torretta posta sul fronte di ingresso principale che sottolinea la centralità dell’androne passante. I due corpi laterali, ad un piano, sono coperti a terrazza. I vani di rappresentanza hanno pareti e soffitti decorati. In particolare significativa è la presenza di vetri colorati di gusto neo-liberty nell’androne e nel vano scala. Ulteriori interventi sulle decorazioni vennero fatti negli anni ’50, dopo la guerra, quando la Villa, da residenza estiva della famiglia, divenne residenza permanente degli ultimi eredi.

La Limonaia presenta una pianta ad “U” è frutto della crescita nel tempo di una costruzione originaria di più ridotte dimensioni. Era utilizzata come limonaia, ripostiglio, ricovero attrezzi e “bigataia”, ovvero allevamento di bachi da seta, fino agli anni della guerra. Sotto di essa si trova la cantina, al piano leggermente seminterrato. Altro aspetto interessante del complesso di villa Manuzzi è il contesto in cui esso si trova. E’ ancora, infatti, ben visibile in questi luoghi la struttura centuriata dei campi risalente all’epoca romana. Qui il complesso di Villa Manuzzi costituisce l’esempio di una “Quadra” (370×370 mt). I campi sono disposti secondo il preciso asse nord/sud (Ravenna/Cesena) impostato sulla direttrice del Dismano. La geometrica organizzazione ha una ragione agronomica fondata sulla miglior esposizione al sole e sul razionale drenaggio delle acque. Villa Manuzzi è un esempio di come la centuriazione costituisca la struttura portante del territorio nel quale si trova, anche in condizioni economiche, sociali, temporali profondamente mutate. Questa continuità di filari, fossi, strade allineate ed ortogonali fra loro, in un ritmo cadenzato è la dimostrazione che ciò che funziona tende a permanere. Questo principio di funzionalità è valido in quanto la sistemazione agraria romana era strettamente connessa alle condizioni geo-morfologiche ed idrografiche e finisce per diventare una “seconda natura”. L’utilizzo del suolo documentato nelle mappe del 1835 registra la vasta presenza di “seminativo vitato” e “canapale vitato”, quindi appezzamenti di terra coltivata inframezzati ad intervalli regolari da filari di viti maritate. La coltivazione della canapa è testimoniata dalla presenza di due vasche in muratura, i “maceri”, sul retro del giardino della villa, utilizzati per la lavorazione della canapa. Negli ultimi 20 anni le coltivazioni sono state quelle a fruttetto-pescheto, seminativo omogeneo, vivaio a terra per alberi da frutto. Il recupero di questo complesso architettonico dalla storia affascinante, e del suo magnifico giardino,  è opera della  Engineering Spa, che ha i propri uffici in questa sede.

Ma veniamo alla nostra esperienza di visita guidata. Le stanze del giardino sono state quanto più possibile mantenute separate. All'ingresso della villa troviamo un giardino regolare, all'italiana, subito in affaccio sulla limonaia, fino a giungere al laghetto e alla collinetta; la limonaia, un tempo luogo di ricovero utensili e sede dell'allevamento del baco da seta, oggi ospita eventi, meeting, concerti, ed è considerata un'ottima wedding location, grazie alla presenza dell'attiguo giardino romantico, ideale per le foto di rito.

Il laghetto romantico è arricchito da un ponte di accesso alla collinetta e da una discesa per le barche. Di forte suggestione sono la siepe in tasso curvilinea con aperture in affaccio al laghetto. Per giungere alla cima della collinetta si cammina lungo un percorso a spirale immerso nella vegetazione arborea, che permette di scoprire una piccola area di sosta circolare, con sedute in pietra e nicchia, costruita su base di sassi sovrapposti, tecnica costruttiva che rimanda ai ninfei dei giardini rinascimentali e barocchi italiani. All'interno della collinetta è stata ricavata una "conserveria" o "ghiacciaia", realizzata su volta di mattoni. Le info qui riportate ci sono state gentilmente offerte da Giuseppe Orselli, agronomo che si occupa dell progetto di manutenzione del verde a Villa Manuzzi.
Proseguendo troviamo il parco anteriore, costituito da aberature secolari e perimetrato da siepi regolare. Qui è stato possibile osservare un "macero", dove veniva un tempo collocata la canapa dopo la raccolta. Più in là abbiamo il "giardino segreto", dove insistono gli alberi da frutto, l'orto e l'edificio del custode. 

Il boschetto sul retro della villa ci permette di osservare il bambù, che era ancora più prevalente, ma la cui presenza è stata ridimensionata, e il prato, lasciato volutamente fiorito di  ciclamini, e non raso all'inglese. La visione infatti che si vuole donare di questo giardino è quella di uno spazio in cui uomo e ambiente colloquiano amabilmente, senza la prevalenza di un elemento sull'altro.

Un ringraziamento speciale va al sig.re Gattamorta Luigi, che ci ha mostrato foto d'epoca dei Manuzzi, raccontandoci la storia della famiglia ed trasmettendoci il proprio piacere nell'averli personalmente conosciuti. Da ricercare, e lo farò senz'altro in un prossimo futuro, in Biblioteca Classense oppure in un archivio storico, il volume "Il leone di pietra", che in Villa Manuzzi ha trovato la sua ambientazione, un romanzo liberamente ispirato a fatti e persone del passato.

Terminata la visita guidata al giardino la nostra esperienza è proseguita in limonaia, con un concerto molto apprezzato dal pubblico (una sessantina di persone) di musica etnica e medioevale, con l'uso di strumenti antichi. Meravigliosi interpreti Fabio Tricomi e Marco Ferrari, che colgo l'occasione per salutare e ringraziare, estendendo i ringraziamenti a Collegium Musicum Classense e a Engineering Spa per la gentile ospitalità.  

domenica 5 agosto 2018

Passeggiata tra i bunker a Punta Marina Terme (RA) sabato 11 agosto 2018

Segnalo "Passeggiata tra i bunker" a Punta Marina Terme (RA) sabato 11 agosto 2018 dalle 19.30 alle 21. L'evento è organizzato dalla Pro Loco Punta Marina Terme (RA) in occasione della " Festa Della Frutta". Una piacevole passeggiata alla scoperta dei bunker tedeschi della seconda guerra mondiale di Punta Marina. Ritrovo in Via Della Fontana 2 sotto i portici davanti a IAT Punta Marina. Sono possibili piccole variazioni di orario. Gestione sperimentale da parte di volontari del Comitato Ricerche Belliche 360° in collaborazione con Pro Loco P.M. NON siamo guide turistiche, siamo solo volontari che promuovono percorsi che possono diventare ufficiali e stabili. Gratuito, è possibile la libera offerta. È necessario presentarsi 15 minuti prima della partenza con documento di identità per compilare liberatoria di responsabilità. Info: 3357826640 Enrico. In passato noi abbiamo preso parte a questa magnifica iniziativa e ne abbiamo scritto qui

martedì 12 giugno 2018

Visita guidata ai cantieri nautici De Cesari a Cervia (RA) mercoledì 13 giugno 2018


Segnalo mercoledì 13 giugno alle 17.30 la prima passeggiata patrimoniale nel Borgo Marina a Cervia (RA), per la stagione estiva 2018. L'Associazione FESTA, in collaborazione con Ecomuseo del Sale e del Mare di Cervia, come ogni anno ripropone le passeggiate patrimoniali, un modo per conoscere una Cervia diversa dai soliti itinerari turistici. Ogni passeggiata avrà un tema caratteristico. Mercoledì 13 si andranno  a visitare i cantieri nautici De Cesari

Occasione unica per conoscere uno degli ultimi maestri d’ascia attivi in Italia. Partendo dal mercatino del pesce di via Nazario Sauro, i volontari accompagneranno i partecipanti in una camminata attraverso il porto canale con il tipico traghetto alla scoperta dei segreti dei costruttori di imbarcazioni cervesi. Al termine, chi lo desidera potrà assaggiare un aperitivo a prezzo agevolato presso il Circolo nautico “Amici della vela”. Il punto di partenza sarà davanti al Mercatino del pesce di via Nazario Sauro (Circolo dei pescatori) a Borgo Marina alle ore 17,30. La partecipazione è gratuita. Per prenotazioni: IAT Cervia +39 0544 974400. Per info Ecomuseo del Sale e del Mare di Cervia +39 0544 979206

martedì 22 maggio 2018

"Il sogno di San Romualdo e la Via Romea": domenica 10 giugno a Marradi (FI)


Segnalo domenica 10 giugno 2018 dalle 17 alle 22 "Il sogno di San Romualdo e la Via Romea dei Guidi" a Marardi (FI), sull'Appennino tosco-romagnoolo. L'appuntamento è a Badia della Valle, Lutirano (FI). Incontro con Giovanni Gardini esperto di iconografia e archeologia cristiana e Daniele Morelli (Ass. Romagna Camaldoli ) per un incontro dal titolo "Badia della Valle di S. Pier Damiani e Il sogno di S. Romualdo". A seguire l'inaugurazione de La Via Romea dei Guidi, relazione di Chiara Di Maria “Le abbazie di patronato dei Conti Guidi di Romagna”

giovedì 17 maggio 2018

Visita guidata al borgo di Castrocaro Terme e Terra del Sol (FC) 20 maggio 2018

Segnalo visita guidata ad aggregazione libera per scoprire e riscoprire la storia e l'architettura di Castrocaro, antica capitale della Romagna Fiorentina domenica 20 maggio 2018, dalle 16.30 alle 18. La visita illustrerà la storia della città, dalla fondazione fino al moderno termalismo. Per l'occasione sarà eccezionalmente possibile visitare il Battistero di San Giovanni alla Murata e il Palazzo Lucarelli, sede della ex-Pensione Vespignani, con le sue preziose decorazioni stile Liberty firmate Officina Matteucci - Faenza. L'iniziativa è a cura delle Pro Loco di Forlimpopoli, Castrocaro Terme e Terra del Sole e di Romagna Fulltime, con la collaborazione di Confguide Forlì-Cesena. Luogo d'incontro: Piazzetta Mambelli, di fronte alla Chiesa Parrocchiale dei Santi Nicolò e Francesco, 10 minuti prima della visita. Durata: circa 1 ora e mezza. Costo: adulti € 7,00; ragazzi da 6 a 14 anni € 5,00; minori di 6 anni gratuito. Guida Turistica: Laura Aloisi. Perr informazioni: 0543 378075 - 389 5824286. 

martedì 15 maggio 2018

"Forlimpopoli Città Artusiana": visite guidate gratuite 20 e 27 maggio e 3 giugno 2018

Segnalo una bella iniziativa a Forlimpopoli (FC) nelle domeniche 20 maggio, 27 maggio, 3 giugno 2018: visite guidate gratuite con partenza alle 11.30 dall'Ufficio IAT di Forlimpopoli, in Via Andrea Costa 23. Le passeggiate avranno una durata di 20 minuti. 
Si andrà a fare una piccola passeggiata per Piazza Garibaldi e spostandoci nella suggestiva cornice della Chiesa dei Servi, in Casa Artusi, piccolo gioiello di arte e architettura barocca, si terrà la presentazione di “Forlimpopoli Città Artusiana”. 

C’era una volta nel cuore della Romagna, una cittadina che, fondata dai Romani nel II secolo a.C. al crocevia tra la antica ‘via del sale’ e l’importante via Emilia, venne chiamata Forum Popili dal nome del console Popilio Lenate. Oggi Forlimpopoli è patria di storia, arte e buon gusto: un percorso lungo secoli, che parte dalle caratteristiche anfore romane “tipo Forlimpopoli”, conservate assieme ad altri importanti reperti nel suggestivo Museo Archeologico MAF ospitato nei locali della Rocca rinascimentale, per arrivare a Casa Artusi, complesso dedicato al più illustre cittadino forlimpopolese, Pellegrino Artusi, padre riconosciuto della moderna cucina italiana, nonché unificatore delle tradizioni a tavola, della lingua, della cultura della nostra nazione. Costituiscono una tappa obbligata di questo ‘viaggio’ nel tempo l’imponente complesso della Rocca che conserva la memoria del suo signore, Brunoro II Zampeschi; la Basilica di San Rufillo in cui si custodiscono le spoglie del primo vescovo della città e pregevolissime testimonianze d’arte; il piccolo ma graziosissimo teatro comunale intitolato a Giuseppe Verdi, in cui ancora vivo è il ricordo dell’incursione del Passatore. Ogni luogo, una storia; ogni storia, un’emozione. 

Per l’occasione verrà messo a disposizione, di tutti i partecipanti del materiale informativo e si forniranno approfondimenti in merito alle proposte culturali e agli itinerari di visita alla città.