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domenica 3 giugno 2018

"La bellezza delll parole": dal 8 al 10 giugno 2018 a Cesena (FC)

Segnalo "La bellezza delle parole"dal 8 al 10 giugno 2018 a Cesena (FC). Un percorso tra poesia e musica, cinema e storia, con conferenze, reading e incontri con importanti autori del panorama nazionale, attraverso i luoghi della cultura cesenate. La Bellezza delle Parole è un percorso tra poesia e musica, storie e immagini, cinema e teatro. All’interno del percorso incontreremo alcuni degli scrittori più importanti del momento nel panorama della letteratura italiana, a partire dal “nuovo esordio” con cui Paolo Giordano ha annunciato l’uscita del suo nuovo libro: Divorare il cielo. Sempre dalle fucine Einaudi arrivano i due libri che apriranno la giornata di sabato. L’Arminuta di Donatella di Pietrantonio e Resto qui di Marco Balzano, l’uno vincitore del Premio Campiello 2017, l’altro vincitore dello stesso premio nel 2015 e oggi in corsa per il Premio Strega. Premio Strega è anche Tiziano Scarpa, che salirà sul palco in veste di poeta ma non solo, si potrebbe dire in veste d’istrione. A chiudere la giornata del sabato, a proposito di istrioni, ci sarà Roberto Mercadini questa volta in veste di scrittore. Nel suo stile alquanto imprevedibile il romanzo lo ha intitolato: Storia perfetta dell’errore. La domenica si aprirà invece all’insegna del mito e del rapporto tra il mito e l’oggi nell’incontro con Andrea Marcolongo. Lo spazio esordienti quest’anno ospiterà un nuovo promettente scrittore che si fa chiamare Paolo Onori, mentre a chiudere ci saranno due recital da non perdere: Massimo Zamboni darà voce a Kafka, mentre Chiara Lagani la darà ai Libri di Oz, animati dalle bellissime illustrazioni di Mara Cerri. Quest’ultimo incontro è stato sostenuto e si terrà presso la galleria Corte Zavattini, 31. Il resto è tutto intorno e dentro al tempio dei libri: la Biblioteca Malatestiana di Cesena.

mercoledì 2 marzo 2016

Il Coro e l'Orchestra della Cappella di San Francesco venerdì 4 marzo a Ravenna (RA) per il "Giubileo della Misericordia"

Prosegue la rassegna dedicata a Dante e al Giubileo della misericordia venerdì 4 marzo alle ore 20.30 presso la Basilica di San Francesco a Ravenna (RA): dopo aver esplorato l'Inferno come tema principale, è la volta del Purgatorio a divenire oggetto di riflessioni. Il Coro e l'Orchestra della Cappella Musicale della Basilica di San Francesco, diretti da Giuliano Amadei, eseguiranno la musica originale composta per l'occasione da Koro Izutegui. La presenza del Coro intende suggerire anche nell'ascolto l'idea del passaggio dalla solitudine a uno spazio condiviso, solidale. Dante giunge nel Purgatorio dove le anime dei penitenti soffrono pene fisiche, analoghe per molti versi a quelle infernali, ma consolate dal processo di redenzione che conduce al Paradiso. Il viaggio ideale dello spettatore, sospeso tra misticismo e riflessione sull'attualità, si sviluppa attraverso un itinerario musicale che si alterna a brevi intermezzi di approfondimento scelti da Padre Egidio Monzani e interpretati dagli attori Franco Costantini e Chiara Lagani. Nell’incontro di venerdì 4 marzo i temi approfonditi, scanditi dall'esecuzione musicale e cantata, saranno: la rugiada purificatrice, il Padre Nostro dei superbi, i sette peccati capitali e il terremoto che, col suo sconvolgimento, segna l’ascesa di un' anima penitente verso le cerchie celesti. Le musiche originali della giovane compositrice di origine basca e il coro della basilica intendono valorizzare anche il saluto di Dante a Virgilio, prima che il poeta fiorentino affronti l'ultima parte del suo viaggio, verso il Paradiso. L'iniziativa si inserisce nella serie di eventi speciali che la diocesi ravennate propone per celebrare il "Giubileo della Misericordia 2016". Ingresso libero.

mercoledì 24 febbraio 2016

"Dante e il Giubileo della Misericordia" a Ravenna (RA) nella Basilica di San Francesco

Avete già sentito parlare del progetto "Dante e il Giubileo della Misericordia"Tre appuntamenti settimanali a partire da venerdì 26 febbraio 2016, ogni venerdì alle 20.30, nella Basilica di San Francesco, Piazza San Francesco, Ravenna (RA), pensati per approfondire attraverso arte, musica e voci narranti, il profondo rapporto tra la Divina Commedia e la misericordia. Accompagnati dalle musiche originali composte da Koro Izutegui, con letture interpretate da Chiara Lagani e Franco Costantini, l'iniziativa intende offrire una testimonianza della attinenza del messaggio dantesco ai temi del Giubileo della Misericordia, utilizzando, oltre a brani scelti dalla Divina Commedia, riflessioni che spaziano dai grandi classici del pensiero cristiano all'attualità. L'iniziativa si inserisce nella serie di eventi speciali che la diocesi ravennate  propone per celebrare il "Giubileo della Misericordia 2016"Koro Izutegui, partendo dallo smarrimento dantesco nella selva oscura, ha composto una sintesi musicale che riassume il viaggio del poeta dall'oscurità alla luce del paradiso.

“ Marius Schneider, - è il pensiero della giovane compositrice -, “ inventore della moderna scienza etnomusicologica, nel trattato “Pietre che cantano” e "El origen musical de los animales-símbolo en la mitología y la escultura antiguas" invita il lettore a “leggere le figure effigiate sui capitelli dei chiostri romanici di San Cugat, di Gerona e di Ripoll, in Catalogna, come simboli di note musicali disposte in rigorosa successione e corrispondenti agli inni gregoriani dedicati ai santi di quei chiostri”. Questo saggio ha profondamente inciso sulla mia visione musicale e sonora del mondo. In spagnolo la parola "canto" ha due significati: canto inteso come azione musicale vocale e canto come sinonimo di pietra. In-cantarsi è pertanto divenire pietra. Dite raffredda e paralizzando i dannati li fa diventare "pietra". Dio disincanta, è luce, scalda, dona l'alito divino della rinascita. Dante inizia il viaggio perduto nella selva oscura, è incantato, lontano da Dio. Lungo il cammino si disincanta e diventa a Sua immagine. Dalla Pietra si può suscitare un dio. Deus ex petra. Le esecuzioni della Cappella Musicale della Basilica di San Francesco si terranno anche nei successivi venerdì 4 e 11 marzo 2016, sempre con inizio alle 20.30, ad ingresso libero. 







domenica 17 gennaio 2016

"Ravenna nella letteratura": il Battistero degli Ortodossi in "Ricordi, sogni e riflessioni" dii Carl Gustav Jung

Forse non tutti sanno che Carl Gustav Jung, psichiatra, psicoanalista e antropologo svizzero di fama internazionale, si interessò anche di paranormale. Egli stesso condusse analisi ed esperimenti parapsicologici, ed era convinto di essere un sensitivo.Sosteneva che i fenomeni paranormali fossero segnali dell'inconscio collettivo, come i sogni sono spie dell'inconscio individuale. Carl Gustav Jung (1875-1961) scrisse di un viaggio compiuto a Ravenna in "Ricordi, Sogni e Riflessioni". Egli soggiornò a Ravenna una prima volta nel 1913, quindi vi fece ritorno nel 1933. Il testo è stato pubblicato in edizione italiana da Il Saggiatore nel 1965 e da Rizzoli nel 1978: si tratta di un'autobiografia e, al tempo stesso, come amò definirla Jung stesso, di un'autoanalisi.

L'autore scrisse: "Già in occasione della mia prima visita a Ravenna, nel 1913, la tomba di Galla Placidia mi era parsa significativa e di un fascino eccezionale. La seconda volta, venti anni dopo, ebbi la stessa impressione. Ancora una volta, visitandola, mi sentii in uno strano stato d'animo; di nuovo, ne fui profondamente turbato. Mi trovavo con una conoscente, e dalla tomba andammo direttamente al Battistero degli Ortodossi. Qui per prima cosa mi colpì la tenue luce azzurrina diffusa. […] Non cercai di capire da dove provenisse, né mi turbava il prodigio di questa luce senza alcuna sorgente apparente. Ero piuttosto sorpreso perché al posto delle finestre che ricordavo di aver visto nella mia prima visita, vi erano ora quattro grandi mosaici di incredibile bellezza, e che a quanto pareva avevo completamente dimenticati. Mi irritava scoprire che non mi potevo fidare della mia memoria. […] Il quarto mosaico, sul lato occidentale del battistero, era il più efficace. Lo guardammo per ultimo. Rappresentava Cristo che tendeva la mano a Pietro, mentre questi stava per affogare nelle onde. Sostammo di fronte a questo mosaico per circa venti minuti, e discutemmo del rituale originario del battesimo, e specialmente dell'arcaica e strana concezione di esso come un'iniziazione connessa con un reale pericolo di morte. Iniziazioni di questo genere erano spesso legate all'idea che la vita fosse in pericolo, e così servivano a esprimere l'idea archetipa della morte e della rinascita. Il battesimo originariamente era stato una vera immersione, che appunto alludeva al pericolo di annegare.

Ho conservato un chiarissimo ricordo del mosaico di Pietro che affoga, e ancora oggi posso vederne ogni dettaglio: l'azzurro del mare, le singole tessere del mosaico, i cartigli con le parole che escono dalle bocche di Pietro e di Cristo, e che tentai di decifrare. Appena lasciato il battistero mi recai subito da Alinari per comprare fotografie dei mosaici, ma non ne potei trovare. […] Quando ero di nuovo in patria, chiesi a un mio conoscente che andava a Ravenna di procurarmi le riproduzioni. Naturalmente non poté trovarle, perché poté constatare che i mosaici che io avevo descritto non esistevano!

Nel frattempo avevo già parlato, in un seminario, della concezione originaria del battesimo, e in tale occasione avevo anche menzionato i mosaici che avevo visto nel Battistero degli Ortodossi. Il ricordo di quelle immagini è per me ancora vivo. […] Dopo la mia toccante esperienza nel battistero di Ravenna, so con certezza che un fatto interno può apparire esterno, e viceversa. Le mura stesse del battistero, che i miei occhi fisici necessariamente vedevano erano coperte e trasformate da una visione che era altrettanto reale dell'immutato fonte battesimale. Che cosa era veramente reale in quel momento? […] Lo scritto è tratto da "Ricordi, Sogni e Riflessioni" di Carl Gustav Jung

"La Via dei Poeti": via Mazzini a Ravenna (RA)

Curiosità da Ravenna (RA). in città si fa strada la "Via dei Poeti" Dove? In Via Mazzini è stato creato un percorso letterario grazie al quale, attraverso pannelli posizionati ad altezza d'uomo (quindi facilmente fruibili per la lettura), vengono riportate le citazioni di poeti e viaggiatori che hanno reso celebre Ravenna nel mondo.
Una per tutte? In "Pellegrina e Straniera" Torino, Einaudi 1990, Marguerite Yourcenar, scrive "Uno dei segreti di Ravenna sta in questo confinare dell'immobilità con la velocità suprema: essa conduce alla vertigine. Il secondo segreto di Ravenna è quello dell'ascesa al profondo, l'enigma del Nadir. Letteralmente, i personaggi dei mosaici sono minati: hanno scavato in sé stessi enormi caverne nelle quali raccolgono Dio". Fanno parte di "La Via dei Poeti - Appunti di Viaggio" nomi illustri quali: Dante Alighieri, George Byron, Henry James, Oscar Wilde, Sigmund Freud, Carl Gustav Jung, Hermann Hesse, Gustav Klimt, Thomas S. Eliot, Papa Giovanni Paolo II, Dario Fo e Marguerite Yourcenar.

martedì 6 ottobre 2015

"Pineta di Classe": visita all'area chiusa al pubblico, da Lido di Dante (RA) alla foce del Bevano

La "Pineta di Classe" tanto cara a Dante Alighieri, cantata nella Divina Commedia, e conosciuta per i versi immortali del Sommo Poeta, è stata oggetto nel luglio 2012 di un incendio di natura dolosa. Se volete fare tornare alla memoria i versi del XXVIII cando della Divina Commedia, quello in cui si parla della "divina foresta spessa e viva", potete leggere qui
Trovo che sia bello farsi guidare dalla propria immaginazione ed evocare immagini, prima di visitare un luogo nella realtà, voi cosa ne pensate? Chiamiamola se volete creatività. Dopo la mia prima visita alla Pineta di Classe, occorsa nel aprile 2013, rimasi affranta e colpita dall'esito devastante dell'incendio sviluppatosi il 19 luglio 2012, che distrusse 40 ettari di pineta. Ne scrissi qui, e non ci tornai più fino a sabato scorso, in occasione di una visita guidata organizzata dai volontari di Legambiente per l'iniziativa "Puliamo il Mondo", inserita nell'ambito del festival Vegan In Tla Muraja
Direi che ho fatto bene a lasciar passare un po' di tempo: la sorpresa è stata tanta nel constatare che la natura, a distanza di 3 anni dall'evento negativo, già lancia segnali di ripresa. I pini sono bassi, ma fitti, fitti, a tal punto che probabilmente si renderà necessario diradarli in un prossimo futuro. La nostra guida ci diceva che ci vorranno presumibilmente fino a 25 anni perché torni tutto come prima.
Ma procediamo con ordine. siamo partiti dal Camping Ramazzotti a Lido di Dante (RA), percorrendo un sentiero che conduce fino all'area delimitata da cancello chiuso a chiave; eravamo accompagnati da una guida della forestale e da volontari in sorveglianza dell'area naturalistica protetta. 
Sopra di noi molti velivoli a motore sorvolavano la pineta - perlopiù deltaplano a motore - ma anche piccoli aerei da diporto, laddove l'intera area sarebbe preclusa al traffico aereo, per salvaguardare le specie protette che qui nidificano.  
Abbiamo percorso lo stradello pinetale per circa 40 minuti, fino ad arrivare alla foce del fiume Bevano. I capanni da pesca che un tempo sorgevano in questa zona, costruiti abusivamente,  sono stati abbattuti per ordinanza comunale, i volatili sono tornati ad essere presenti in grande numero e qui nidificano. Sull'altro lato della foce del Bevano, se lo desiderate, potete visitare l'Ortazzo e l'Ortazzino, con partenza del Centro Visite Cubo Magico Bevanella, di cui in passato ho scritto qui
Qui siamo nel Parco del Delta del Po, in una delle aree naturalistiche più esclusive di Europa: l'ente Parco ne cura la tutela e conservazione ambientale dal 1998. Prima delle bonifiche eseguite dagli imperatori romani, la "Pineta di Classe" era dominata dalla farnia, dal carpino bianco e dai querceti. I Romani introdussero il pino silvestre e/o il pino nero per ricavarne legname per la flotta e il frutto, il prezioso pinolo. 
Proseguendo la nostra passeggiata, abbiamo scelto di percorrere i sentieri retro-dunali. Lo spettacolo si è fatto ancora più maestoso. 
Si tratta di uno scenario di rara bellezza, che ci sentiamo ci consigliare a chi transita da Ravenna. Presenti in spiaggia alcuni gruppi di naturisti. In pineta non mancano gli scoiattoli e, raramente, i daini. 

martedì 25 marzo 2014

"Omaggio a Teresa Gamba Guiccioli": visita alla mostra presso la Biblioteca Classense di Ravenna (RA)

Nei giorni scorsi ho fatto visita alla mostra "Omaggio a Teresa Gamba Guiccioli" allestita presso la Manica Lunga della Biblioteca Classense, via Baccarnii 3, Ravenna (RA): curata da Beatrice Buscaroli, la mostra presenta opere di 15 artiste contemporanee, scelte dalla critica d'arte sul territorio della Romagna e una ampia collezione della assidua corrispondenza che legò due amanti, Teresa Gamba Guiccioli e Lord Byron (romantiche lettere d'amore ingiallite dal tempo custodite presso la stessa Biblioteca Classense di Ravenna).
Forse non tutti conoscono questo pezzo di storia ravennate (di cui ho scritto qui), e quindi un grazie va alla associazione culturale Polvere di Stelle e alla Biblioteca Classense di Ravenna per averci fornito il pretesto per scriverne.
Teresa Gamba nacque a Ravenna nel 1800 e studiò presso il Collegio di Santa Chiara di Faenza (RA), dove ricevette un'ottima educazione in campo letterario, uscita di collegio venne seguita negli studi da Paolo Costa, filologo di chiara fama.
Nel 1818 si piegò ai costumi del tempo: donna aristocratica di circa 18 anni fu costretta ad un matrimonio di convenienza con il Conte Guiccioli, assolutamente benestante (una delle più ricche famiglie ravennati) che contava circa 70 anni di età.
Nel corso di un soggiorno con il marito a Venezia, ospite di un salotto letterario dei più rinomati, conobbe nel 1818 Lord Byron e fu subito scintilla tra i due, i quali iniziarono a tessere una fitta corrispondenza.
Per non dare adito a maldicenze Lord Byron fu accolto a Palazzo Guiccioli, ubicato in via Cavour a Ravenna, dove protrasse la propria permanenza in qualità di "cavalier servente" (in pratica l'amante ufficiale, la cui presenza veniva ai tempi tollerata nei matrimoni di alto livello sociale) dal 1819 al 1820, accompagnato tra le altre cose dalla figlia Allegra.
Il marito di Teresa ottenne nel 1820 da un tribunale ecclesiastico l'annullamento del matrimonio per colpa della moglie, ma nel 1826 Teresa si prese la rivincita ottenendo la separazione dal marito per incompatibilità di carattere e una lauta pensione che le consentì in seguito di vivere una vita agiata. (perlopiù a Parigi, dove si risposò dopo la morte di Lord Byron).
La relazione d'amore tra Teresa Gamba e Lord Byron si concluse nel 1823, quando egli partì per la Grecia per seguirne i moti insurrezionali, morendovi nel 1824. Teresa Gamba scrisse una importante testimonianza della vita di Lord Byron, in due volumi, che vennero pubblicati a Parigi nel 1868.
A breve, essendo i lavori di ristrutturazione in corso d'opera, aprirà un nuovo museo, dedicato alla figura di Lord Byron in quello che fu un tempo Palazzo Guiccioli, in via Cavour, a Ravenna (RA), con il coordinamento scientifico di Donatino Domini e il sostegno economico della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.

domenica 19 gennaio 2014

Concorso letterario "Voci di Donne 2014": scadenza 21 Febbraio 2014

“Orizzonti” è il titolo dell'argomento ed e’ l’invito che l’Ufficio decentrato comunale di Piangipane in provincia di Ravenna, insieme alla biblioteca locale, lancia per l’iniziativa letteraria nazionale “Voci di donne 2014″. La partecipazione è gratuita e aperta alle sole donne. Il testo del racconto o della poesia ( in italiano o dialetto romagnolo) non deve superare le trenta righe di 80 battute l’una, deve riportare il titolo e, a margine, nome, cognome, indirizzo, recapito telefonico e eventuale indirizzo mail dell’autrice. L’elaborato può essere spedito entro venerdì 21 febbraio 2014 in busta chiusa a Comune di Ravenna/Ufficio decentrato di Piangipane, piazza 22 Giugno 1944, 6. 48124  Piangipane (RA) o via mail a: vocididonne2014@comune.ra.it. Le opere saranno valutate da una giuria di esperti. Verranno assegnati riconoscimenti a tutte le partecipanti. I racconti selezionati verranno letti  e interpretati durante la serata finale, dedicata alle donne, che si terrà il 3 marzo 201a al Teatro Socjale di Piangipane. Per informazioni: Ufficio Comunale di Piangipane 0544 418804 vocididonne2014@comune.ra.it. L'iniziativa è promossa dal Comune di Ravenna-Assessorato al Decentramento.

lunedì 2 dicembre 2013

"Incontri Letterari" a Casa Melandri, via Ponte Marino 2, Ravenna (RA)

Segnalo tutti i venerdì alle ore 18.00 (fino a giugno 2014) press Sala D'Attorre di Casa Melandri, via Ponte Marino 2, Ravenna (RA) la rassegna "Incontri Letterari":  presentazione di libri con i migliori studiosi italiani e stranieri, a cura del Centro Relazioni Culturali di Ravenna. Per info potete chiamare il 054439972, solo il pomeriggio.

mercoledì 20 novembre 2013

Visita a Monteleone (FC)

Nell'ambito di gita organizzata dal Garden Club Ravenna martedì 19 novembre 2013 ho fatto visita a Monteleone, piccola frazione del Comune di Roncofreddo, provincia di Forlì-Cesena.
Panorama incantevole dallo sperone di roccia sul quale ci siamo letteralmente "arrampicati" col nostro bus da 15 posti, scelto piccolo di proposito per reggere alla serie davvero notevole di tornanti che abbiamo dovuto affrontare per esplorare i borghi antichi sui colli del cesenate.
La storia millenaria del borgo di Monteleone è ricca di episodi e di famiglie illustri che si sono succedute alla sua conduzione. Dal XIV alla fine del XV sec. fu sotto il dominio dei Malatesta, passò quindi ai veneziani, in seguito ai Roverella, per nomina papale.
Dal 1758 subentrò la famiglia Guiccioli di Ravenna, la quale trasformò la Rocca da difensiva in abitazione signorile. A questo periodo della storia è legata la fama del piccolo borgo: qui sembra accertato che Lord Byron incontrasse la marchesa Teresa Gamba, sposata Guiccioli, della quale fu follemente innamorato.
A Lord Byron è dedicata la piazza in cui sorge oggi l'ingresso alla Rocca.
Nel 1960 il castello, insieme alla vasta tenuta, fu acquistato dal conte Giovanni Volpe. A tutt'oggi il castello è sede di importanti eventi culturali durante l'estate ma non solo, grazie alla capace attività organizzativa della Contessa Volpe. Fitto il calendario di concerti di musica classica, tenuti su un palco posizionato di fronte al castello, nella piazzetta centrale del borgo. Qui si svolgono anche la sagra del fico in autunno, il concerto di Natale, degustazioni gastronomiche ed enologiche durante tutto l'arco dell'anno.
Bello girellare per il paese seppure muniti di ombrello, la assenza della contessa ci ha impedito di visitare l'interno del castello, sarà un motivo in più per tornare sui nostri passi in una stagione diversa. Il piccolo borgo fa parte dei Comuni italiani premiati dal TCI con la "bandiera arancione" per la qualità della vita e l'ottimo stato di conservazione.

domenica 20 ottobre 2013

"Boccaccio in Romagna": visita alla mostra presso Biblioteca Classense, Ravenna (RA)

In occasione del settimo centenario della nascita di Giovanni Boccaccio (1313-1375) due biblioteche di area romagnola, ovvero la Biblioteca Classense di Ravenna e la Malatestiana di Cesena, hanno messo a punto un progetto comune: la presentazione delle opere bibliografiche, conservate in Romagna, che raccontano della permanenza dell'autore e delle sue opere.
Giovanni Boccaccio fu ospite dei Da Polenta a Ravenna tra il 1345 e il 1347 e degli Orderlaffi a Forlì tra il 1361 e il 1362. Sono esposti presso l'Aula Magna della Biblioteca Classense, via Baccarini 3, Ravenna (RA) 10 manoscritti, 6 incunaboli e 69 ediziobni del XVI sec. Le opere provengono dalle collezioni di 16 biblioteche ubicate in 3 Province della Romagna e dalla Biblioteca di Stato di San Marino.
Nella sala dei mappamondi del Coronelli, che già sarebbero sufficienti a motivare la visita, sono inoltre collocate riproduzioni dei dipinti realizzati da Sandro Botticelli e collaboratori che si ispirano alla novella di "Nastagio degli Onesti" di cui narrò Boccaccio nel "Decamerone".
Per i dettagli relativi a questa novella vi rimando al sito http://www.livingravenna.com/IT/Must_to_be_seen/Must_to_be_seen_Ravenna_Natura/Ravenna_La-Pineta-di-Classe-nel-Decamerone-di-Boccaccio. Interessanti anche i materiali multimediali studiati per il pubblico dei giovani visitatori. Ci si può sedere comodamente e visionare il video presente in aula magna.
La mostra è curata da Paola Errani, Claudia Giuliani, Paolo Zanfini, può essere visitata anche a mezzo guida (e io ve lo consiglio) prenotabile al 0544482112. Rimarrà fruibile in questa sede fino al 1 dicembre 2013, osservando gli orari seguenti: da martedì a sabato 10.00-13.00 e 15.00-18.00, chiuso lunedì e festivi.
Dal 7 dicembre al 9 febbraio 2014 la medesima mostra sarà allestita presso istituzione Biblioteca Malatestiana, Piazza Bufalini 1, Cesena (FC). Un grande patrimonio, da conoscere e valorizzare.

domenica 18 agosto 2013

"Summer School Internazionale in Studi Danteschi" a Ravenna dal 25 al 31 agosto 2013

Lo sapevate? A Ravenna da alcuni anni si organizza una Summer School Internazionale in Studi Danteschi, grazie alla collaborazione instauratasi tra la Università Cattolica di Milano e il Centro Dantesco di Ravenna. Per avere info potete chiamare il numero 054433256, per visionare il programma http://www.centrodantesco.it/dettaglio.aspx?id=473
Su questo blog vi ho già parlato della ricchissima collezione di copie della Divina Commedia  conservate presso il Centro Dantesco dei Frati Conventuali, un patrimonio storico e culturale di altissimo spessore, per leggere http://livingravenna.blogspot.it/2012/02/centro-dantesco-dei-frati-conventuali.html

domenica 21 luglio 2013

"Ravenna nella Letteratura": Dante Alighieri e la "Pineta di Classe"

La maggior parte degli studiosi ritiene che, quando Dante Alighieri giunse a Ravenna, non avesse ancora ultimato il Purgatorio. È probabile che nella città dei Da Polenta, ovvero Ravenna, egli vi abbia scritto il XXVIII canto, quello de "la divina foresta spessa e viva" e della "pineta in su 'lito di Chiassi" (PURG. XXVIII, 20). Da molti particolari si può dedurre che la selva incantevole del Paradiso terrestre, in cui Dante e Virgilio entrano nell'ultimo giorno del loro mistico viaggio, sia stata ispirata dall'antica pineta che a quel tempo si estendeva per molti chilometri a sud e a nord della città. Testimonianze concordi fanno supporre che anche i canti successivi del Purgatorio siano stati scritti a Ravenna. Quanto al Paradiso è da rilevare che più di una volta nelle "Egloghe", composte entrambe a Ravenna fra il 1319 e il 1320, si trovano passi che richiamano alla mente alcuni versi della terza cantica della Commedia. Sicuramente, durante la permanenza nella città di Ravenna , Dante scrisse gli ultimi tredici canti del Paradiso.


Purgatorio - Canto XXVIII

Vago già di cercar dentro e dintorno
la divina foresta spessa e viva,
ch'a li occhi temperava il novo giorno,
sanza più aspettar, lasciai la riva,
prendendo la campagna lento lento
su per lo suol che d'ogne parte auliva.
Un'aura dolce, sanza mutamento
avere in sé, mi feria per la fronte
non di più colpo che soave vento;
per cui le fronde, tremolando, pronte
tutte quante piegavano a la parte
u' la prim' ombra gitta il santo monte;
non però dal loro esser dritto sparte
tanto, che li augelletti per le cime
lasciasser d'operare ogne lor arte;
ma con piena letizia l'ore prime,
cantando, ricevieno intra le foglie,
che tenevan bordone a le sue rime,
tal qual di ramo in ramo si raccoglie
per la pineta in su 'l lito di Chiassi,
quand' Ëolo scilocco fuor discioglie.
Già m'avean trasportato i lenti passi
dentro a la selva antica tanto, ch'io
non potea rivedere ond' io mi 'ntrassi;
ed ecco più andar mi tolse un rio,
che 'nver' sinistra con sue picciole onde
piegava l'erba che 'n sua ripa uscìo.
Tutte l'acque che son di qua più monde,
parrieno avere in sé mistura alcuna
verso di quella, che nulla nasconde,
avvegna che si mova bruna bruna
sotto l'ombra perpetüa, che mai
raggiar non lascia sole ivi né luna.
Coi piè ristetti e con li occhi passai
di là dal fiumicello, per mirare
la gran varïazion d'i freschi mai;
e là m'apparve, sì com' elli appare
subitamente cosa che disvia
per maraviglia tutto altro pensare,
una donna soletta che si gia
e cantando e scegliendo fior da fiore
ond' era pinta tutta la sua via.
«Deh, bella donna, che a' raggi d'amore
ti scaldi, s'i' vo' credere a' sembianti
che soglion esser testimon del core,
vegnati in voglia di trarreti avanti»,
diss' io a lei, «verso questa rivera,
tanto ch'io possa intender che tu canti.
Tu mi fai rimembrar dove e qual era
Proserpina nel tempo che perdette
la madre lei, ed ella primavera».
Come si volge, con le piante strette
a terra e intra sé, donna che balli,
e piede innanzi piede a pena mette,
volsesi in su i vermigli e in su i gialli
fioretti verso me, non altrimenti
che vergine che li occhi onesti avvalli;
e fece i prieghi miei esser contenti,
sì appressando sé, che 'l dolce suono
veniva a me co' suoi intendimenti.
Tosto che fu là dove l'erbe sono
bagnate già da l'onde del bel fiume,
di levar li occhi suoi mi fece dono.
Non credo che splendesse tanto lume
sotto le ciglia a Venere, trafitta
dal figlio fuor di tutto suo costume.
Ella ridea da l'altra riva dritta,
trattando più color con le sue mani,
che l'alta terra sanza seme gitta.
Tre passi ci facea il fiume lontani;
ma Elesponto, là 've passò Serse,
ancora freno a tutti orgogli umani,
più odio da Leandro non sofferse
per mareggiare intra Sesto e Abido,
che quel da me perch' allor non s'aperse.
«Voi siete nuovi, e forse perch' io rido»,
cominciò ella, «in questo luogo eletto
a l'umana natura per suo nido,
maravigliando tienvi alcun sospetto;
ma luce rende il salmo Delectasti,
che puote disnebbiar vostro intelletto.
E tu che se' dinanzi e mi pregasti,
dì s'altro vuoli udir; ch'i' venni presta
ad ogne tua question tanto che basti».
«L'acqua», diss' io, «e 'l suon de la foresta
impugnan dentro a me novella fede
di cosa ch'io udi' contraria a questa».
Ond' ella: «Io dicerò come procede
per sua cagion ciò ch'ammirar ti face,
e purgherò la nebbia che ti fiede.
Lo sommo Ben, che solo esso a sé piace,
fé l'uom buono e a bene, e questo loco
diede per arr' a lui d'etterna pace.
Per sua difalta qui dimorò poco;
per sua difalta in pianto e in affanno
cambiò onesto riso e dolce gioco.
Perché 'l turbar che sotto da sé fanno
l'essalazion de l'acqua e de la terra,
che quanto posson dietro al calor vanno,
a l'uomo non facesse alcuna guerra,
questo monte salìo verso 'l ciel tanto,
e libero n'è d'indi ove si serra.
Or perché in circuito tutto quanto
l'aere si volge con la prima volta,
se non li è rotto il cerchio d'alcun canto,
in questa altezza ch'è tutta disciolta
ne l'aere vivo, tal moto percuote,
e fa sonar la selva perch' è folta;
e la percossa pianta tanto puote,
che de la sua virtute l'aura impregna
e quella poi, girando, intorno scuote;
e l'altra terra, secondo ch'è degna
per sé e per suo ciel, concepe e figlia
di diverse virtù diverse legna.
Non parrebbe di là poi maraviglia,
udito questo, quando alcuna pianta
sanza seme palese vi s'appiglia.
E saper dei che la campagna santa
dove tu se', d'ogne semenza è piena,
e frutto ha in sé che di là non si schianta.
L'acqua che vedi non surge di vena
che ristori vapor che gel converta,
come fiume ch'acquista e perde lena;
ma esce di fontana salda e certa,
che tanto dal voler di Dio riprende,
quant' ella versa da due parti aperta.
Da questa parte con virtù discende
che toglie altrui memoria del peccato;
da l'altra d'ogne ben fatto la rende.
Quinci Letè; così da l'altro lato
Eünoè si chiama, e non adopra
se quinci e quindi pria non è gustato:
a tutti altri sapori esto è di sopra.
E avvegna ch'assai possa esser sazia
la sete tua perch' io più non ti scuopra,
darotti un corollario ancor per grazia;
né credo che 'l mio dir ti sia men caro,
se oltre promession teco si spazia.
Quelli ch'anticamente poetaro
l'età de l'oro e suo stato felice,
forse in Parnaso esto loco sognaro.
Qui fu innocente l'umana radice;
qui primavera sempre e ogne frutto;
nettare è questo di che ciascun dice».
Io mi rivolsi 'n dietro allora tutto
a' miei poeti, e vidi che con riso
udito avëan l'ultimo costrutto;
poi a la bella donna torna' il viso.



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