domenica 17 gennaio 2016

"Ravenna nella letteratura": il Battistero degli Ortodossi in "Ricordi, sogni e riflessioni" dii Carl Gustav Jung

Forse non tutti sanno che Carl Gustav Jung, psichiatra, psicoanalista e antropologo svizzero di fama internazionale, si interessò anche di paranormale. Egli stesso condusse analisi ed esperimenti parapsicologici, ed era convinto di essere un sensitivo.Sosteneva che i fenomeni paranormali fossero segnali dell'inconscio collettivo, come i sogni sono spie dell'inconscio individuale. Carl Gustav Jung (1875-1961) scrisse di un viaggio compiuto a Ravenna in "Ricordi, Sogni e Riflessioni". Egli soggiornò a Ravenna una prima volta nel 1913, quindi vi fece ritorno nel 1933. Il testo è stato pubblicato in edizione italiana da Il Saggiatore nel 1965 e da Rizzoli nel 1978: si tratta di un'autobiografia e, al tempo stesso, come amò definirla Jung stesso, di un'autoanalisi.

L'autore scrisse: "Già in occasione della mia prima visita a Ravenna, nel 1913, la tomba di Galla Placidia mi era parsa significativa e di un fascino eccezionale. La seconda volta, venti anni dopo, ebbi la stessa impressione. Ancora una volta, visitandola, mi sentii in uno strano stato d'animo; di nuovo, ne fui profondamente turbato. Mi trovavo con una conoscente, e dalla tomba andammo direttamente al Battistero degli Ortodossi. Qui per prima cosa mi colpì la tenue luce azzurrina diffusa. […] Non cercai di capire da dove provenisse, né mi turbava il prodigio di questa luce senza alcuna sorgente apparente. Ero piuttosto sorpreso perché al posto delle finestre che ricordavo di aver visto nella mia prima visita, vi erano ora quattro grandi mosaici di incredibile bellezza, e che a quanto pareva avevo completamente dimenticati. Mi irritava scoprire che non mi potevo fidare della mia memoria. […] Il quarto mosaico, sul lato occidentale del battistero, era il più efficace. Lo guardammo per ultimo. Rappresentava Cristo che tendeva la mano a Pietro, mentre questi stava per affogare nelle onde. Sostammo di fronte a questo mosaico per circa venti minuti, e discutemmo del rituale originario del battesimo, e specialmente dell'arcaica e strana concezione di esso come un'iniziazione connessa con un reale pericolo di morte. Iniziazioni di questo genere erano spesso legate all'idea che la vita fosse in pericolo, e così servivano a esprimere l'idea archetipa della morte e della rinascita. Il battesimo originariamente era stato una vera immersione, che appunto alludeva al pericolo di annegare.

Ho conservato un chiarissimo ricordo del mosaico di Pietro che affoga, e ancora oggi posso vederne ogni dettaglio: l'azzurro del mare, le singole tessere del mosaico, i cartigli con le parole che escono dalle bocche di Pietro e di Cristo, e che tentai di decifrare. Appena lasciato il battistero mi recai subito da Alinari per comprare fotografie dei mosaici, ma non ne potei trovare. […] Quando ero di nuovo in patria, chiesi a un mio conoscente che andava a Ravenna di procurarmi le riproduzioni. Naturalmente non poté trovarle, perché poté constatare che i mosaici che io avevo descritto non esistevano!

Nel frattempo avevo già parlato, in un seminario, della concezione originaria del battesimo, e in tale occasione avevo anche menzionato i mosaici che avevo visto nel Battistero degli Ortodossi. Il ricordo di quelle immagini è per me ancora vivo. […] Dopo la mia toccante esperienza nel battistero di Ravenna, so con certezza che un fatto interno può apparire esterno, e viceversa. Le mura stesse del battistero, che i miei occhi fisici necessariamente vedevano erano coperte e trasformate da una visione che era altrettanto reale dell'immutato fonte battesimale. Che cosa era veramente reale in quel momento? […] Lo scritto è tratto da "Ricordi, Sogni e Riflessioni" di Carl Gustav Jung

Nessun commento:

Posta un commento