mercoledì 17 febbraio 2016

Gli affreschi trecenteschi da Santa Chiara alla Sala del Refettorio, Museo Nazionale, Ravenna (RA)

Forse non tutti sanno che una delle sale più prestigiose del Museo Nazionale, via San Vitale 1, Ravenna (RA) è la Sala del Refettorio. Nelle sala sono esposti gli affreschi trecenteschi che ornavano la Chiesa di Santa Chiara, attuale sede del Teatro Rasi, in via di Roma 39, Ravenna (RA).
Un gruppo di donne ravennati, tra le quali figurava Chiara Da Polenta, costituì verso la metà del Duecento, una comunità secondo le regole delle Clarisse di Assisi. La chiesa che era annessa al monastero fu ricostruita sul vecchio oratorio di Santo Stefano, alla periferia della città di Ravenna. La consacrazione avvenne nell'anno 1311 da parte dell'arcivescovo Rinaldo da Concorezzo. 
Il ciclo pittorico fu eseguito intorno al 1320 da Pietro da Rimini, artista molto operoso e autore di altri celebri affreschi, tra cui quelli conservati nella Abbazia di Pomposa, nella Chiesa di San Pietro in Sylvis a Bagnacavallo (RA) nella Chiesa di San Francesco a Ravenna, nel Cappellone di Tolentino nelle Marche.  Sui muri del presbiterio della Chiesa di Santa Chiara, le Clarisse vollero fosse dipinta la storia della salvezza, e venisse esaltata la Croce, in quanto elemento di redenzione. Probabilmente con i loro padri spirituali, i Minori Francescani, avevano definito con cura le scene da raffigurare sulle pareti e sulle volte. Questa importante testimonianza della cultura artistica del Trecento è stata realizzata ad affresco, la tecnica pittorica per eccellenza. Dopo aver eseguito la sinopia, ovvero il disegno preparatorio in terra rossa, su un intonaco ruvido e grossolano, il pittore eseguiva la sua opera dipingendo di volta in volta su porzioni di intonaco ancora fresco. La tecnica richiedeva grande maestria, capacità tecniche, e non ammetteva errori. 
Con la soppressione degli ordini monastici, decretata da Napoleone Bonaparte nel 1805, si concluse bruscamente la vita del convento che ospitava le Clarisse; sopravvisse alla demolizione solo la chiesa e la decorazione del presbiterio.Negli anni Cinquanta, a causa della eccessiva umidità dell'edificio, gli affreschi versavano in pessimo stato di conservazione, e fu allora deciso di restaurarli consolidandoli. Dal 1956 si trovano esposte nella Sala del Refettorio le vele di Santa Chiara, distaccate. Successivamente sono stati posizionati nella Sala del Refettorio del Museo Nazionale di Ravenna anche  gli affreschi delle pareti di Santa Chiara, essendo pervenuti gli stanziamenti necessari all'attività di restauro. Le superfici dipinte sono state applicate ad un supporto, costituito da due tele di cotonina rinforzate da due tele di canapa, disteso su telai in alluminio.
La visione che si offre al visitatore è di raffinata bellezza. In questa sede nel 2015 siamo stati felici di organizzare le Invasioni Digitali  che, grazie alla presenza di tanti giovani partecipanti, hanno reso questo luogo ancora più magico! Per info e prenotazioni visite guidate vi rimando al sito.

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