Potevo lasciarmi sfuggire la ghiotta occasione? Spinta dalla curiosità, ci ho fatto un salto in mattinata. Si tratta di un progetto dell’Architetto Filippo Monti, dalle forme particolari. Da lontano la struttura appare avveniristica e decadente insieme, completamente sovrastata dalla natura circostante, che la avvinghia fino a farla scomparire.
In origine (l'apertura risale al 1968), fu costruita su una piattaforma a stella, completamente rivestita di marmo giallo di Siena, all'interno di un terrapieno circolare. Oggi è raggiungibile attraverso una scalinata che degrada verso il terrapieno. All'ingresso, i volontari FAI mi riferiscono che fino a pochi giorni fa l'intero sito era sommerso dalle acque. Con la buona stagione le acque si sono ritirate, ed oggi la location appariva fruibile. La condizione di degrado è però evidente.
L'ex disco venne chiuso nel 1975 in seguito ad un incendio nei locali di servizio e mai più riaperto. Ai tempi della sua costruzione, la struttura era però all'avanguardia, tant'è che il montaggio venne affidato ad un noto cantiere navale. Al di sopra della pista da ballo è posta una grande cupola di 16 metri di diametro che ospitava il cosiddetto privé, mentre il resto del locale si articolava all'aperto, con spazi circolari caratterizzati dalla presenza d'acqua e, si dice, di coccodrilli. La cupola è un guscio in vetroresina nervata, divisa come un ombrello in 23 spicchi, ognuno con doppia curvatura, con un'armatura in acciaio. E' un luogo a metà tra l'aperto e il chiuso. In continuità con l'esterno troviamo infatti archi aperti sull'intero perimetro, dove un tempo insistevano finestre finemente decorate.
Il materiale di cui è costituita la cupola è traslucido, in modo da garantire luminosità diffusa all'interno. Tuttavia, la presenza di muffe sull'esterno, ha notevolmente ridotto la trasparenza. Indipendentemente da ciò, qualche anno fa all'interno della cupola sono comparsi splendidi graffiti, attribuiti al writer Blu.
Per quanti non siano appassionati di Street Art, si tratta di una delle eccellenze italiane in materia di graffiti. Blu ha iniziato a farsi conoscere a partire dal 1999 attraverso una serie di graffiti eseguiti a Bologna, nel centro storico, nelle zone adiacenti all'Accademia di Belle Arti, e in periferia, negli spazi occupati del centro sociale Livello 57. I primi lavori, pur esprimendo elementi di originalità stilistica, erano ancora realizzati con la bomboletta spray, tipica del writing tradizionale. A partire dal 2001 le opere di Blu iniziano ad essere eseguite con vernici a tempera e con l'uso di rulli montati su bastoni telescopici. Tale tecnica ha permesso all'artista di ingrandire la superficie pittorica. I soggetti sono figure di umanoidi dai connotati sarcastici o talvolta drammatici il cui immaginario sembra ispirarsi al mondo dei fumetti e dei videogiochi arcade.
Diventato negli anni famoso a livello internazionale, nel 2016 Blu ha messo in atto, insieme ad altri colleghi della Street Art, una protesta contro la mercificazione della creatività. Ha di fatto deciso di cancellare tutte le proprie opere dai muri di Bologna realizzate in vent'anni di attività, in risposta al fatto che alcune opere sono state prelevate dai luoghi degradati in cui sono state realizzate per essere esposte in una mostra convenzionale sulla street art a Palazzo Pepoli (BO). Un motivo in più per non perdervi l'occasione di ammirare il Woodpecker in questi giorni. Gli orari di vista sono dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18, sabato 25 e domenica 26 marzo 2017: da non perdere
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