Il progetto globale del museo "Classis Ravenna" porta invece la firma dell'architetto Andrea Mandara, il quale ha pensato di inserire l'onda musiva in ingresso al museo proprio per rafforzare il legame tra il museo e le altri componenti del sistema territoriale che lo comprende: la basilica di Sant'Apollinare in Classe, gli scavi dell'Antico Porto di Classe e, ancora da realizzare, l'allestimento museale degli scavi della Basilica di San Severo. Nell'atrio del museo, a rafforzare l'idea di "Ravenna città d'acque" compare la proiezione a soffitto di un antico mosaico, fruibile oggi all'interno della basilica di Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna.
La visita guidata al museo è didattica ed esaustiva: offre, attraverso una linea temporale che segue anche l'esposizione generale del materiale museale, un tuffo nella storia della città di Ravenna, dall'epoca pre-romana all'anno mille.
Il museo sorge ora dove un tempo sorgeva l'antico Zuccherificio di Classe, edificato tra il 1899 e il 1900, il quale fu il primo nel suo genere in Italia, dove la barbabietola da zucchero, inserita quale coltivazione nella zona di Classe al posto del riso, veniva trasformata in zucchero. per essere poi distribuita in Italia e all'estero. La produzione ebbe grande successo inizialmente, lentamente declinò nel Novecento, fino alla chiusura dello stabilimento, avvenuta nel 1982.
Per il recupero e la ristrutturazione dell'edifico, dagli anni Novanta ad oggi, sono stati investiti 22 milioni di euro da parte del Comune, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Emilia-Romagna e dell’Unione Europea, con l’apporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna: un investimento che ambisce a trasformare il museo "Classis Ravenna" nella porta di ingresso alla visita alla città di Ravenna, per un pubblico di livello internazionale, sempre più attento ed esigente.
La superficie espositiva si sviluppa su 2.600 metri quadrati, circondati da un’area verde di 15 mila metri quadrati; lungo l’itinerario di visita si ammirano 600 reperti, tra oggetti di vita quotidiana (anfore, ceramiche, monete) e manufatti artistici (statue, mosaici ecc). Una particolare attenzione è dedicata agli apparati didattici e illustrativi, con ampio ricorso a ricostruzioni grafiche e tridimensionali, filmati, plastici ed altro ancora. Al secondo piano dell'immobile si prevede l'allestimento di mostre temporanee, mentre nei sotterranei insiste un centro di ricerca e formazione, con laboratori per lo studio e per il restauro del mosaico antico, curato da Fondazione RavennAntica.
Per maggiori info su questo nuovo contenitore culturale, che sono certa in un prossimo futuro farà molto parlare di sé, vi rimando al sito, Altamente consigliata la visita guidata, essendo la storia di Ravenna talmente ricca e variegata, da necessitare continui approfondimenti anche ai più esperti.
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