lunedì 1 ottobre 2018

Visita al giardino di Villa Manuzzi a Mensa (RA) con "Collegium Musicum Classense"


Bella esperienza ieri a Mensa (RA) grazie all'associazione Collegium Musicum Classense, che propone concerti di musica antica in luoghi di pregio naturalistico e/o storico, in terra di Romagna. La proposta per "Bellezza Fuori Porta" prevedeva una visita guidata al giardino di Villa Manuzzi, in località Mensa (RA), in compagnia dell'agronomo Giuseppe Orselli e, a seguire, concerto di musica antica ed etnica con Fabio Tricomi e Marco Ferrari. L'organizzazione è stata splendida, come sempre ho avuto modo di constatare in passato con questa associazione culturale, per cui consiglio caldamente le iniziative in programma nel prossimo futuro. 

Villa Manuzzi si trova nella frazione di Mensa Matellica del comune di Ravenna, al confine con i comuni di Cesena-Forlì-Bertinoro. Si tratta di un podere di impianto ottocentesco di grande interesse architettonico e paesaggistico. Alla villa si arriva attraverso un viale alberato con frassini e rose al cui termine si trovano due colonne in muratura a “bugna”. L’impianto originario degli edifici si colloca agli inizi del 1800. La villa venne acquistata dal Demanio il 21 aprile 1869 da Ernesto Manuzzi. Venne completamente ristrutturata intorno al 1880. Il nucleo centrale è costituito dalla Villa con la Casa nel Parco e dalla Limonaia-Cantina. La Villa di pianta rettangolare presenta un corpo centrale su due piani ed è dotata di una torretta posta sul fronte di ingresso principale che sottolinea la centralità dell’androne passante. I due corpi laterali, ad un piano, sono coperti a terrazza. I vani di rappresentanza hanno pareti e soffitti decorati. In particolare significativa è la presenza di vetri colorati di gusto neo-liberty nell’androne e nel vano scala. Ulteriori interventi sulle decorazioni vennero fatti negli anni ’50, dopo la guerra, quando la Villa, da residenza estiva della famiglia, divenne residenza permanente degli ultimi eredi.

La Limonaia presenta una pianta ad “U” è frutto della crescita nel tempo di una costruzione originaria di più ridotte dimensioni. Era utilizzata come limonaia, ripostiglio, ricovero attrezzi e “bigataia”, ovvero allevamento di bachi da seta, fino agli anni della guerra. Sotto di essa si trova la cantina, al piano leggermente seminterrato. Altro aspetto interessante del complesso di villa Manuzzi è il contesto in cui esso si trova. E’ ancora, infatti, ben visibile in questi luoghi la struttura centuriata dei campi risalente all’epoca romana. Qui il complesso di Villa Manuzzi costituisce l’esempio di una “Quadra” (370×370 mt). I campi sono disposti secondo il preciso asse nord/sud (Ravenna/Cesena) impostato sulla direttrice del Dismano. La geometrica organizzazione ha una ragione agronomica fondata sulla miglior esposizione al sole e sul razionale drenaggio delle acque. Villa Manuzzi è un esempio di come la centuriazione costituisca la struttura portante del territorio nel quale si trova, anche in condizioni economiche, sociali, temporali profondamente mutate. Questa continuità di filari, fossi, strade allineate ed ortogonali fra loro, in un ritmo cadenzato è la dimostrazione che ciò che funziona tende a permanere. Questo principio di funzionalità è valido in quanto la sistemazione agraria romana era strettamente connessa alle condizioni geo-morfologiche ed idrografiche e finisce per diventare una “seconda natura”. L’utilizzo del suolo documentato nelle mappe del 1835 registra la vasta presenza di “seminativo vitato” e “canapale vitato”, quindi appezzamenti di terra coltivata inframezzati ad intervalli regolari da filari di viti maritate. La coltivazione della canapa è testimoniata dalla presenza di due vasche in muratura, i “maceri”, sul retro del giardino della villa, utilizzati per la lavorazione della canapa. Negli ultimi 20 anni le coltivazioni sono state quelle a fruttetto-pescheto, seminativo omogeneo, vivaio a terra per alberi da frutto. Il recupero di questo complesso architettonico dalla storia affascinante, e del suo magnifico giardino,  è opera della  Engineering Spa, che ha i propri uffici in questa sede.

Ma veniamo alla nostra esperienza di visita guidata. Le stanze del giardino sono state quanto più possibile mantenute separate. All'ingresso della villa troviamo un giardino regolare, all'italiana, subito in affaccio sulla limonaia, fino a giungere al laghetto e alla collinetta; la limonaia, un tempo luogo di ricovero utensili e sede dell'allevamento del baco da seta, oggi ospita eventi, meeting, concerti, ed è considerata un'ottima wedding location, grazie alla presenza dell'attiguo giardino romantico, ideale per le foto di rito.

Il laghetto romantico è arricchito da un ponte di accesso alla collinetta e da una discesa per le barche. Di forte suggestione sono la siepe in tasso curvilinea con aperture in affaccio al laghetto. Per giungere alla cima della collinetta si cammina lungo un percorso a spirale immerso nella vegetazione arborea, che permette di scoprire una piccola area di sosta circolare, con sedute in pietra e nicchia, costruita su base di sassi sovrapposti, tecnica costruttiva che rimanda ai ninfei dei giardini rinascimentali e barocchi italiani. All'interno della collinetta è stata ricavata una "conserveria" o "ghiacciaia", realizzata su volta di mattoni. Le info qui riportate ci sono state gentilmente offerte da Giuseppe Orselli, agronomo che si occupa dell progetto di manutenzione del verde a Villa Manuzzi.
Proseguendo troviamo il parco anteriore, costituito da aberature secolari e perimetrato da siepi regolare. Qui è stato possibile osservare un "macero", dove veniva un tempo collocata la canapa dopo la raccolta. Più in là abbiamo il "giardino segreto", dove insistono gli alberi da frutto, l'orto e l'edificio del custode. 

Il boschetto sul retro della villa ci permette di osservare il bambù, che era ancora più prevalente, ma la cui presenza è stata ridimensionata, e il prato, lasciato volutamente fiorito di  ciclamini, e non raso all'inglese. La visione infatti che si vuole donare di questo giardino è quella di uno spazio in cui uomo e ambiente colloquiano amabilmente, senza la prevalenza di un elemento sull'altro.

Un ringraziamento speciale va al sig.re Gattamorta Luigi, che ci ha mostrato foto d'epoca dei Manuzzi, raccontandoci la storia della famiglia ed trasmettendoci il proprio piacere nell'averli personalmente conosciuti. Da ricercare, e lo farò senz'altro in un prossimo futuro, in Biblioteca Classense oppure in un archivio storico, il volume "Il leone di pietra", che in Villa Manuzzi ha trovato la sua ambientazione, un romanzo liberamente ispirato a fatti e persone del passato.

Terminata la visita guidata al giardino la nostra esperienza è proseguita in limonaia, con un concerto molto apprezzato dal pubblico (una sessantina di persone) di musica etnica e medioevale, con l'uso di strumenti antichi. Meravigliosi interpreti Fabio Tricomi e Marco Ferrari, che colgo l'occasione per salutare e ringraziare, estendendo i ringraziamenti a Collegium Musicum Classense e a Engineering Spa per la gentile ospitalità.  

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