giovedì 19 ottobre 2017

Visita a "Una storia della rinascita" di Toyoharu Kii a Ravenna (RA)

Ho partecipato sabato 7 ottobre 2017 al vernissage della personale di Toyoharu Kii, dal titolo "Una storia della rinascita"  alla niArt Gallery di Ravenna (RA), nell'ambito della "Biennale Mosaico", in programma a Ravenna dal 7 ottobre al 26 novembre 2017. Una splendida occasione per conoscere di persona l'artista e comprendere il messaggio di fondo della sua opera: un messaggio di speranza per le generazioni future, che maggiore attenzione dovrebbero porre al benessere legato alla natura e alla salvaguardia dell'ambiente. 

Il messaggio viene espresso utilizzando l'antica tecnica del mosaico, implementando marmo bianco perlino, nelle sue sfumature. Una splendida mostra, in un contesto come quello della niArt Gallery di Ravenna, con Felice Nittolo sempre attento alle nuove tendenze a livello internazionale. 

Toyoharu Kii nasce ad Ehime, in Giappone, nel 1953. Nel 1980 conclude gli studi all’Università di Tokyo, ma è in Italia, e più precisamente a Firenze, che matura la sua formazione artistica. Al suo rientro in Giappone, nel 1982, apre ING, il suo atelier di mosaico, sul quale si concentrano importanti commissioni di decorazioni murali, musive, monumentali. Si tratta di grandi opere architettoniche nelle quali la trama e gli andamenti delle tessere in pasta vitrea e in materiale lapideo costruiscono una sorta di delicato tessuto, un manto policromo che riveste e avvolge le superfici, creando una spettacolare e al tempo stesso delicata visione di insieme.

Ma è nelle opere autonome, nei cosiddetti mosaici da cavalletto, che Toyuharu scopre la propria dimensione più intima e profonda, affidando quasi esclusivamente ad un unico materiale, il marmo bianco “Perlino”, il difficile compito di definire il suo personalissimo linguaggio e di caratterizzare in maniera inconfondibile la propria cifra stilistica.

Il risultato sono straordinari mosaici monocromi dove le immagini vengono costruite per sottrazioni, attraverso andamenti improvvisi di piccole tessere che vibrano dietro la superficie, su diversi livelli. Sono composizioni poetiche, armoniche, misurate. Le opere di Kii offrono molti spunti d’indagine e di riflessione, soprattutto sulla tecnica da lui adottata.
Egli sperimenta non tanto attraverso l’uso di diversi materiali, di diversa natura, ma attraverso l’uso peculiare della tessera, in un gioco linguistico estremamente soggettivo, ottenuto tramite il posizionamento delle tessere nelle loro innumerevoli dimensioni e secondo il loro imprevedibile movimento. Mosaici quasi sempre monocromi, in cui l’orientamento plastico, composto da varie texture, viene articolato in una rigorosa architettura poetica. 

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