Si tratta di un bene censito dal FAI, che ha ottenuto nel 2010 un ingente investimento per la conservazione e riqualificazione, grazie ad un protocollo di intesa firmato dal MIBAC, regione Emilia Romagna, Associazione Fondazioni Bancarie. Grazie a questo intervento, appena avviato, il complesso monastico verrà adibito a struttura ricettiva e di ristoro, inoltre diverrà sede di convegni, seminari e laboratori: queste perlomeno le attese.
A farci da guida il personale del locale ufficio turistico, al quale potete telefonare per prenotare eventuale visita al 3338827033, quota di partecipazione 3,00 euro a persona.
Ma veniamo alla scoperta del complesso monastico: dall'esterno si presenta spoglio, decadente, visibili i segni di degrado che lo hanno caratterizzato dal dopoguerra al 1986, anno dell'acquisto dell'immobile da parte del Comune di Tredozio.
All'interno lavori in corso, un po' ovunque, ai piani bassi così come a quelli alti. Il convento venne consacrato e intitolato alla SS Annunziata con l'arrivo delle monache nel 1536. Nella prima metà del XVIII secolo il monastero gode di una buona situazione economica, per cui si procede ad un ampliamento, al primo piano vengono sistemati il refettorio, la cantina, una fabbrica nuova in cui le monache e le educande si dedicano alla tessitura, e una chiesetta al piano terra.
In seguito alla soppressione degli ordini religiosi, nel 1810 le monache furono costrette ad abbandonare il convento trovando rifugio in altre strutture o rientrando nelle famiglie di origine. Nel 1840 Alessandro Fabbroni acquisisce la proprietà dell'immobile e decide di destinarlo a residenza signorile per sé e la famiglia.
Vengono apportate modifiche, come ad esempio la bella sala della musica, coi suoi decori sui toni del blu e le carte da parati alle pareti, così come gli affreschi. Dopo la seconda guerra mondiale, lo stabile viene definitivamente abbandonato e cade in una situazione di degrado. Se decidete di fare un salto a Tredozio, non potete evitare di visitare anche Palazzo Fantini, in pieno centro storico. Siamo nella vallata del Tramazzo, a metà strada tra Toscana e Romagna, il paesaggio è verde e la strada è tutta curve.
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