“Ritratti e volti dal passato” è il titolo della mostra che inaugura a Ravenna negli spazi
espositivi del Pala De André venerdì 28 agosto alle 19.00, a cura di
Silvana Costa, aperta fino al 14 settembre a ingresso gratuito. Oltre sessanta
dipinti, a partire dalla seconda metà XV secolo fino al XIX secolo, svelano
l’operato di artisti durante un arco vastissimo di tempo, circa 400 anni, ricco di conflitti ma anche di dibattiti e
cambiamenti. Un’interessantissima indagine sul “ritratto”, o meglio sulla
“cultura” del ritrarre, che si è evoluta raggiungendo una sua dignità
trasformandosi in un genere le cui radici risalgono agli egiziani. Non si sa se
il ritratto nacque con l’intenzione di riprodurre le caratteristiche fisiche di
un soggetto, ma in una documentazione di Plinio il Vecchio, risalente al I
secolo d.C. emerge che nel mondo greco e in quello romano, il
ritratto era una forma d’arte con le sue funzioni specifiche. Certo è che il
Quattrocento e il Cinquecento, sono i secoli in cui il ritratto si sviluppa e
matura verso una concezione vicina a quella moderna.
La pregiata collezione in mostra, sessantasei
opere, si occupa della pittura così detta “minore”, dove la tensione è
riconoscere le influenze dei grandi maestri della pittura italiana ed europea -
le opere, infatti, denunciano sempre chiari segni di un legame al periodo
pittorico in cui sono state generate - ma l’interesse istintivamente si sposta sulla
bellezza dei quadri e dei soggetti. Scene di
vita quotidiana e ambientazioni classiche con chiari riferimenti alla
mitologia, sono gli scenari in cui s’inseriscono ritratti di nobili e borghesi.
Ed è in questo contesto che si riconoscono e si ritrovano anche le immagini a
carattere religioso, dove la morbidezza dei volti accentuata da ambienti spogli
di elementi architettonici ci riporta alla mente le opere dei maestri della
pittura italiana e anche oltralpe. In mostra capolavori
antichi come “Testa di Vecchio” di Cailot, pittore francese del XIX secolo
abile e incline a una pittura intima e raffinatissima,
anacronistica eppure carica di naturalismo. La barba canuta, gli occhi chiusi dell’uomo
in età avanzata, riconducibile simbolicamente al tempo che passa, all’ultima
stagione della vita. Prezioso dipinto è poi “Ritratto
di giovane dama” direttamente associabile alla pittura
del maestro di Vittore Ghislandi detto Fra Galgario mentre il dipinto “La disputa” è di artista chiaramente influenzato dalla pittura caravaggesca e riconducibile a quella fiamminga. Nella collezione anche opere che
dichiarano l’omaggio ai grandi maestri: Il “Ritratto di Re Edoardo V e il Duca di York nella torre di Londra”, attribuito a pittore francese, è un tentativo di
riproduzione di Paul Delaroche che produsse l’originale in dimensioni molto maggiori. La riflessione sul “ritratto” è anche nel confronto con altri
soggetti come nel caso della “Veduta costiera con veliero
olandese”, opera francese del XVIII secolo
della Scuola di Lacroix de Marseille, tipico soggetto richiestissimo alla fine del Settecento. La mostra è stata
realizzata con il contributo di: Club Del Sole, Copura, Moviter Strade Cervia, Nadep. Rimarrà fruibile fino al 14 settembre ad ingresso gratuito, tutti i giorni dalle 19.30 alle 23.30. Esposizione curata da Silvana Costa, associazione culturale Il Cerbero,
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