giovedì 16 febbraio 2017

"Il mosaico e Ravenna": pensieri ad alta voce di Felice Nittolo

Ho ricevuto questo scritto da Felice Nittolo, mosaicista di fama internazionale che dal 1968 vive e lavora a Ravenna. E' per me un piacere condividerlo con voi. 
"Sessant'anni fa nasceva l'Istituto Statale d'Arte per il Mosaico di Ravenna (in seguito intitolato a Gino Severini). Tutti gli Istituti d'Arte d'Italia nacquero per la necessità di conservare, tutelare, tramandare e rinnovare le specificità e le eccellenze territoriali di cui il Bel Paese è talmente ricco che tutto il mondo ci invidia e ci imita. E' incredibile che con l'ultima riforma della “buona scuola” di alcune di queste specificità ci si “dimentica”. In pratica è sparita la parola mosaico e qualsiasi docente di “Arti Figurative” potrà insegnarlo. E' questo quello che potrà succedere al nostro Istituto Severini che già oggi si trova all'interno dell'istituzione “Liceo Artistico Nervi-Severini” con l'indirizzo “Arti Figurative”. E pensare che la mia scelta di vivere a Ravenna fu dettata proprio da quell'innamoramento al mosaico che nel 1968 mi portò in questa città dall'Accademia di Belle Arti di Napoli. Finché chi orienta i programmi ministeriali non saprà riconoscere le peculiarità dei territori andremo avanti disconoscendo le nostre stesse origini! Ravenna e le eccellenze del suo territorio sono state capaci di farmi innamorare  a tal punto da averla scelta come “patria” adottiva. Infatti ogni mia attività artistica e culturale è nata unicamente ispirata dal e per il Mosaico millenario custodito in questa città.
La luce che emana il  mosaico di Ravenna non è uguale a quella dei mosaici di altre città e altre tradizioni: è questa luce che il docente di mosaico, a Ravenna, trasferisce ai suoi allievi! Qualsiasi insegnante di “Arti Figurative” non potrà sapere che nel “mosaico di Ravenna” la tessera è rivolta all'osservatore con il lato che la martellina ha “tagliato” (creando miriadi rifrazioni e riflessioni di luce). Qualsiasi insegnante non potrà trasmettere che la stessa tessera va inserita nella malta con una “leggera inclinazione” in modo da poter “attirare” l'osservatore alle vibrazioni della luce. Tutto questo e molto altro sono le eccellenze del mosaico di Ravenna che , invece , si “appiattiscono” ogni volta che si realizza una “cornice per specchio” di cui Ravenna è già piena da anni. Oppure si può “annullare tutta questa luce” continuando ad inserire nelle architetture ravennati i “mosaici di Invader” ( per carità rispetto sempre il lavoro di tutti gli artisti) che educano all'appiattimento della superficie musiva, cioè all'annullamento di tutta la nostra storia. Ogni volta che mi trovo all'estero (ma anche in Italia) constato che è questa la luce che ci invidiano e che ha fatto si che la città possiede ben otto monumenti riconosciuti patrimonio dell'Unesco.E noi cosa facciamo? Non voglio credere che ci sono politici che remano contro i principi di cultura e crescita del proprio territorio!

La mia esperienza di docente al Severini è stata lezione di vita e crescita culturale e artistica tanto che oggi molte città Europee e internazionali riconoscono la ricerca e la sperimentazione che il lavoro d'Artista mio e di tanti altri, come faro di innovazione e di ispirazione per le generazioni di giovani che sempre più si avvicinano a quest'arte pregna di fascino. A proposito di futuro del Mosaico e di Ravenna vedrei un unico grande Polo Artistico Musivo che si può sviluppare anche in un grande sito (tipo Bauhaus) e che parte dalla scuola di ogni ordine e grado fino a giungere all'Accademia di Belle Arti e all'Università. Naturalmente dovrà interessarsi di tutti gli indirizzi , da quello didattico a quello artistico, da quello scientifico a quello produttivo, dalla conservazione al restauro, dalla decorazione alla ricerca. Penso che sia giunta l'ora di programmare un grande convegno (magari in occasione dei 60 anni dell'Istituto Severini) che coinvolga la città del mosaico e di Dante, ma anche il ministro  e gli addetti all'istruzione che hanno “dimenticato” di salvaguardare il mosaico come hanno fatto con l'alabastro e il corallo". Contributo firmato: Felice Nittolo.

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