Oggi domenica 24 giugno 2012, nonostante il caldo torrido, mi sono diretta a Faenza, dove ho trovato, con mia sorpresa, un museo di grandi dimensioni e di fama internazionale, privo di aria condizionata.
Il termometro segnava 35 gradi. Purtroppo questa non è stata l'unica brutta sorpresa. Sono stata più volte al MIC di Faenza e in passato e nessuno mi aveva mai vietato di scattare foto; oggi è successo: solerti volontari dell'associazione Auser mi hanno tassativamente imposto di astenermi dal fare foto. Ora io mi chiedo, se un blogger che si occupa di promozione turistica non può scattare foto, chi altri dovrebbe farle?
All'estero i blogger vengono utilizzati per promuovere manifestazioni sportive, lanci di attività di tipo turistico, eventi vari, e per fare questo vengono pagati profumatamente, qui in Italia ancora ci guardano con sospetto e quasi commiserazione. "Chi non è nella rete è fuori dal mercato" possibile che capire questo semplice concetto sia per alcuni così difficile? Che male può fare consentire alle persone di condividere gli scatti realizzati a una mostra, esprimendo il proprio gradimento o meno per ciò che hanno visto?
Non lo sapete che nessuno legge più i comunicati stampa ufficiali, non lo sapete che vale di più il passaparola della gente comune? Arrivata al II piano del MIC ho riformulato la medesima domanda "Posso scattare foto?" Qui la risposta è stata diversa, mi hanno consegnato un modulo che avrei dovuto compilare, uno per ciascuno scatto sigh-sigh, con tutti i miei dati personali, prendendo nota del numero di inventario che avrei potuto trascrivere dal cartello esposto a lato di ciascuna opera oggetto di un mio click. Il formulario in questione conclude a piè di pagina con la seguente dicitura "Il sottoscritto, presa visione del Regolamento del Museo relativo alle riprese degli oggetti, si impegna dietro sua responsabilità a corrispondere le somme dovute per ogni ripresa fotografica e relativa pubblicazione, e per le altre norme contemplate dal regolamento stesso". La prima domanda è la seguente "quale regolamento, dove si trova, come fa chi entra al museo ad averne presa visione?" La seconda domanda è "come posso promuovere qualcosa che non posso fare conoscere ad altri?" La terza domanda "Siamo sicuri che gli artisti siano poi così dispiaciuti se molti visitatori del museo condividono le loro foto sui social media?" Penso che tutto questo sia molto irritante e molto anacronistico. Era mia intenzione, dopo la mostra a Faenza, fare un salto a Forlimpopoli per la "Festa Artusiana" che si conclude oggi, sono riusciti a farmi cambiare idea, sopraffatta dal caldo e dal disappunto, ho rinunciato. Per me fare foto è un piacere, a volte vado in certi luoghi solo per poterne scattare di inusuali, questo soddisfa il mio senso estetico, e immagino anche quello di chi mi segue sul web. Protesto quindi pubblicamente contro l'applicazione di queste norme ormai stantie e non rispettose del desiderio di condivisione delle proprie esperienze che accomuna intere generazioni di utenti web 2.0.
Non vi ho detto nulla della mostra di Mimmo Paladino? Molto interessante, artista di pregio, mi piace l'uso che fa della terra nella sua forma più primitiva e grezza. Particolarmente affascinanti una serie di "Dormienti". Più di 100 opere di Mimmo Paladino, alcune delle quali inedite, che forse meritavano di poter essere fotografate e condivise sul web, cosa ne pensate? Mi piacerebbe ricevere le vostre opinioni in merito, potrebbe essere un'occasione per trasmetterle alla direzione del museo. Nella foto l'esterno del Museo Internazionale delle Ceramiche, Viale Baccarini 19, Faenza, dove la mostra di Paladino rimarrà fruibile fino al 7 ottobre 2012. L'artista merita, fateci un salto.
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