Se ne era cominciato a parlare con "Presagi di terre promesse" di Davide Rivalta, quando alcuni lupi erano apparsi tra i reperti archeologici del Museo Nazionale di Ravenna (con ingresso da Via Fiandrini)
In questi giorni sono apparse altre opere dello stesso autore: cavalli nel II chiostro dell'ex convento di San Vitale e un somaro nel protiro della Basilica di San Vitale.
Rimarranno fruibili fino al 31.12.2012 con biglietto d'ingresso valido per il Museo Nazionale.
Apprezzo moltissimo questa scelta: penso che gli spazi antichi e l'arte contemporanea si esaltino a vicenda, come ho già avuto modo di sottolineare per le opere di mosaico contemporaneo esposte presso la Cripta Rasponi, piazza San Francesco Ravenna. Una scelta che somma fascino al fascino e consente di avvicinare il grande pubblico alle nuove leve dell'arte.
Nell'area verde antistante la Basilica di Sant'Apollinare in Classe (RA), che si trova a soli 5 km da Ravenna centro, potrete ammirare 5 bufale, per "Terre Promesse", di Davide Rivalta, a cura di Pier Luigi Tazzi. Fino al 31.12.2012.
Ho scattato qualche foto ieri sera all'imbrunire, ve le propongo.
Dello stesso autore è possibile fruire di opere in esposizione permanente presso l'Autorità Portuale, Via Antico Squero 31, RA e presso il Tribunale, Via Giovanni Falcone 67, Ravenna.
I gorilla del tribunale meritano qualche considerazione: nulla da eccepire sulla qualità delle opere ma mi chiedo se la collocazione permanente di opere di questa natura possa essere appropriata in un contesto che ha una grande valenza simbolica per la cittadinanza.
Il tribunale è, o dovrebbe essere, il luogo in cui viene amministrata la giustizia secondo criteri di eguaglianza tra i cittadini, senza privilegi né discriminazioni per alcuno.
Ora, tutte le volte che, per motivi personali, mi trovo a transitare per l'atrio del Tribunale di Ravenna, non posso fare a meno di interrogarmi sul messaggio che i gorilla, rappresentazione della forza e della prevaricazione del più forte sul più debole, della difesa del territorio di cui sono grandi esperti all'interno del gruppo dei pari, possa mai dare al comune cittadino.
Trovo questa scelta a dir poco inquietante e non mi capacito del fatto che possa essere di tipo permanente: la scelta dello spazio in cui collocare delle opere non dovrebbe essere casuale, dovrebbe avere un senso compiuto, che qui proprio mi sfugge. Forse prima o poi altri ravennati si renderanno conto di questo non-senso e si attiveranno per rimuovere le opere da uno spazio assolutamente inadeguato.
Cosa ne pensate, possiamo provare a proporlo?
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