lunedì 8 aprile 2013

"Pineta di Classe": le tracce dell'incendio del 19 luglio 2012 presso la foce Bevano.

Vorrei non aver scattato queste foto, vorrei non aver visto lo scempio che ora posso documentare, ma purtroppo nel corso di una bella visita guidata organizzata dalla Provincia di Ravenna nell'ambito dei "Green Days 2013" ho potuto assistere anche a questo spettacolo devastante. Siamo in una delle più belle aree verdi della Provincia di Ravenna,  una pineta che si estende per chilometri lungo la fascia costiera,  un vero e proprio polmone verde, parte integrante del Parco del Delta del Po, una delle aree naturalistiche più esclusive d'Europa.

L'anno scorso, nella mattinata del 19 luglio 2012, la temperatura toccava i 36-37°, tirava un vento caldo proveniente dall'entroterra, il Garbino, scoppiò un incendio con fiamme altissime che in poche ore divorò circa 40 ettari di pineta. I soccorsi furono immediati, la linea ferroviaria nel tratto Ravenna-Rimini fu sospesa per alcune ore, le fiamme lambirono i campeggi di Lido di Dante, procurando allarme tra la popolazione. Le indagini che seguirono hanno stabilito che l'incendio fu di natura dolosa.  I danni ambientali furono di proporzioni devastanti, senza precedenti. Gli amministratori locali si sono più volte interrogati su come intervenire e proteggere queste aree verdi, si è più volte parlato di bloccare l'accesso dell'uomo alla riserva naturale, peraltro già tutelata da norme contro l'abusivismo edilizio.
La "Pineta di Classe" si estende per circa 900 ettari nella zona costiera che va dalla foce del fiume Bevano al centro abitato di Lido di Dante (RA), vi si accede attraverso l'ingresso del Parco I Maggio, in località Fosso Ghiaia (RA). Dal 1998 fa parte del Parco del Delta del Po, che ne cura la tutela e conservazione ambientale. Prima delle bonifiche eseguite dagli imperatori romani, la pineta era dominata dalla farnia, dal carpino bianco e dai querceti. I Romani introdussero il pino silvestre e/o il pino nero per ricavarne legname per la flotta e il frutto, il prezioso pinolo. La cultura del pino è inscindibilmente legata alla storia di Ravenna, prova ne è la presenza della pigna nello stemma del Comune di Ravenna, che è di colore giallo e rosso, con un grande pino "a ombrello" e due leoni che si affrontano aggressivi, senza sbranarsi, divisi dall'albero centrale.
In città sono visibili pigne anche in alcuni edifici storici, quali lo scalone del Municipio in Piazza del Popolo, sulla Torre dell'Orologio in Piazza del Popolo, sulla sommità di Porta Nuova, su di una stele presso la Casa delle Aie di Classe (RA). Che dire? Possiamo rimanere insensibili al grido di allarme che la natura ci lancia? Possiamo dimenticare la storia di una città? Perché non vengono rispettati i cartelli, pur presenti alla foce del fiume Bevano, che sanciscono il divieto di accesso ad aree di riproduzione per specie rare di volatili? Perché l'ignoranza di pochi deve avere la meglio sulla cultura di molti?

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