Ho visitato il
museo Carlo Zauli, via della Croce 6, Faenza (RA) telefonando al numero 3391544010. In considerazione del fatto che ci troviamo in periodo di ferie (agosto) è infatti accessibile solo su prenotazione, altrimenti troverete aperto da martedì a sabato dalle 10.00 alle 13.00, chiuso domenica e lunedì. Se siete in possesso della
"Romagna Visit Card" avrete diritto alla gratuità, altrimenti spenderete 6,00 euro intero e 3,00 euro ridotto. Per info su questo strumento innovativo di promozione turistica visitate il sito
www.romagnavisitcard.it
Si tratta di un
affascinante contenitore culturale, in pieno centro storico a Faenza (RA), profondamente legato al territorio nel quale è inserito, aperto alle contaminazioni artistiche dall'Italia e dall'estero..Il museo apre nel 2002 per commemorare la figura di Carlo Zauli, che fu apprezzato in tutto il mondo per le sue opere ma anche e soprattutto per le innovazioni che seppe introdurre nella ceramica, nella maiolica e nella porcellana.
Chi non ricorda ad esempio le ricerche condotte dall'eclettico artista sul grés, iniziate nel 1957?
Carlo Zauli realizzò nuovi smalti a 1200 gradi, assolutamente originali, i cosiddetti
"bianchi Zauli", che ora è possibile ammirare in una delle sale espositive del museo. Sono magnifiche opere, le mie foto lo raccontano meglio delle mie parole.
I maggiori centri culturali al mondo, 34 nei diversi continenti tra Europa, Giappone, America del Nord e Medio Oriente, ospitano ed hanno ospitato opere di Carlo Zauli.
Il MCZ si trova a Faenza nei locali che furono
dal 1949 il laboratorio dello scultore in vita, ora gestiti grazie alla direzione artistica del figlio Matteo. Una visita al MCZ è un viaggio nell'arte in divenire. Oltre alle sale espositive, che accolgono le opere della collezione permanente di Zauli, si trovano opere degli artisti che sono stati ospitati grazie al progetto "Residenza di Artista" presso l'appartamento del maestro, che affaccia sul giardino interno del MCZ e che viene offerto ai giovani talenti che vengono selezionati in tutto il mondo per partecipare a questa opportunità di contaminazione tra linguaggi diversi dell'arte contemporanea. Non solo ceramisti, quindi, ma anche pittori, scultori, musicisti, designers e altro ancora.
Tra le opere esposte molto interessante "Il Nido" di Mercier in giardino, inoltre troviamo lavori di Sislej Xhafa, Piero Golia, Yuri Ancarani e Diego Perrone, che sono tra gli artisti selezionati per la Biennale di Venezia 2013, esposti presso il Padiglione Italia.
Da leggere per approfondire
http://www.museozauli.it/2013/02/padiglione-italia-ecco-gli-artisti/
Tre sono le sale-laboratorio, le stesse in cui Zauli e il suo staff realizzavano i propri lavori, e che oggi vengono utilizzate per attività didattiche e workshop. In una di esse i forni, in una più ampia i calchi in gesso, nel sotterraneo i sacchi con l'argilla e le impastatrici. Molto bello da vedere ma soprattutto
molto bello da vivere: il MCZ fornisce la netta sensazione di essere un museo aperto al territorio e all'innovazione, penso che piacerebbe molto agli stranieri qualora si riuscisse a farlo conoscere a livello internazionale magari organizzando dei blog tour in sede. Ringrazio Cristina Casadei che mi ha aperto le porte del MCZ e me ne ha illustrato i pregi, vi consiglio una visita al museo, ma soprattutto vi consiglio di partecipare a un workshop oppure a un evento culturale, per rimanere aggiornati sul calendario visitate
www.museozauli.it.
Aggiungo inoltre che in passato ho avuto modo di apprezzare le opere di Carlo Zauli grazie alla
mostra itinerante "Terra che rivive"organizzata nel 2011 presso i Magazzini del Sale di Cervia (RA) e presso l'Antico Convento di San Francesco a Bagnacavallo (RA): trovo che questo sia un modo semplice e costruttivo di portare la poetica espressa dall'artista nelle sue opere a contato con i flussi turistici sul territorio, per cui ben vengano tali iniziative, da replicare quanto più spesso possibile, se possibile. Carlo Zauli rappresenta non solo una eccellenza del territorio, ma una porzione della sua identità culturale, merita di essere conosciuto anche tra i non addetti ai lavori.
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