venerdì 15 novembre 2013

"Viaggiare con Romagna Visit Card": in coppia tra arte e sapori di Romagna

La richiesta di oggi mi arriva da una coppia di amici d’oltralpe, Carlo e Frédèrique, che vivono a Lione, Francia.  Mi chiedono di costruire per loro un itinerario sulla base delle eccellenze artistiche ed enogastronomiche del territorio. Non mi sottraggo, anche se questa volta il compito è realmente difficile: gli amici sono molto esigenti, viaggiatori esperti, abituati a non farsi mancare nulla, sono anche attenti ai prezzi.  Hanno a disposizione solo 3 giorni di permanenza, più l tempo necessario per il viaggio in auto. Prima proposta essenziale: acquisto della “Romagna Visit Card” al prezzo di 10,00 euro a persona, valida fino al 8 gennaio 2014, consente l’ingresso a 130 siti di interesse e a notevoli sconti ed agevolazioni. Per info www.visitcard.it .
L’itinerario prende avvio da Ravenna, dove propongo loro un tuffo nell’antica arte del mosaico, visitando TAMO, via Rondinelli 2, Ravenna (RA) . Per sentire parlare di tecniche e strumenti, di materiali e calchi, di luce, di tessere. Esposte le bellissime tessere dell’ottocentesca fornace Angelo Orsoni di Venezia, con una gamma di più di 2800 colori diversi di paste vitree e di tessere a foglia d’oro, uno splendore!  Sono certa che ne saranno estasiati.
Per il pranzo ho pensato a una sosta presso Ca’ De Ven, osteria ubicata in pieno centro storico, che rientra tra gli esercizi commerciali che aderiscono al circuito “Romagna Visit Card” offrendo uno sconto del 10% sullo scontrino finale. Uno spaccato della tradizione ravennate, piace molto ai turisti ma anche ai residenti. Per info http://www.romagnavisitcard.it/it/circuito-sconto.
Si prosegue per Faenza, distante circa 20 km da Ravenna, per visitare il Museo Carlo Zauli, dove in via della Croce 6 troviamo uno spazio espositivo dedicato alla figura di Carlo Zauli, ceramista e scultore famoso in tutto il mondo, che ebbe proprio qui il suo laboratorio dal  1949 in avanti. Si tratta di un museo aperto al territorio e alle contaminazioni dell’arte contemporanea, un magnifico contenitore culturale ricco di eventi di ogni tipo.
Per la cena ci si sposta a Tredozio (FC), a soli 30 km circa da Faenza (RA),  dove troviamo nella via principale di questo antico borgo un locale tipico che rientra tra i locali convenzionati “Romagna Visit Card”, nel quale usufruire di un 10% di sconto sulla consumazione. Vedi http://www.romagnavisitcard.it/it/circuito-sconto/item/locanda-guelfo
Ma prima di scendere in paese ci sistemiamo presso Torre Fantini a Tredozio (FC), dove ci aspetta un’antica torre vignaiuola restaurata adibita a B&B, che affaccia su verdi colline coltivate a vigneto,  un’oasi di pace e relax. Anche qui possiamo usufruire dello sconto del 10% previsto dal circuito “Romagna Visit Card”. Vedi http://www.romagnavisitcard.it/it/circuito-sconto/item/torre-fantini
Il mattino seguente breakfast in una piccola graziosa dépéndance adibita a servizio colazione. Il soggiorno è reso ancora più squisito dalla presenza di una piscina panoramica, dalla quale protendere lo sguardo su tutta la vallata, e nella quale tuffarsi prima di ripartire per la tappa successiva.
Nella mattinata rimaniamo a Tredozio (FC) , borgo di soli 1300 abitanti circa, dove visitiamo Palazzo Fantini e il suo giardino, tipicamente italiano. Edificato a partire dal 1753 Palazzo Fantini  ci racconta la storia del paese.  La antica famiglia Fantini deve la propria ricchezza ed influenza alle risorse della Valle del Tramazzo, ovvero l’agricoltura e l‘allevamento dei bachi da seta. Nel corso del Settecento avviò un’opera di ristrutturazione dell’antico palazzo, che assunse da allora l’aspetto odierno, con la presenza di due corti interne, la prima “gentile” e la seconda con spiccate caratteristiche di corte agricola per lo stoccaggio delle derrate alimentari. Ma la parte migliore del Palazzo consta a mio parere nel giardino, creato nell'Ottocento, alle pendici del Monte Busca. Si tratta di un giardino non accessibile dall'esterno, non realizzato per ostentare ricchezza, pensato piuttosto per rispondere ad un bisogno di intimo raccoglimento nel verde. Presenta caratteristiche di originalità nel panorama dei giardini italiani dell'epoca: sobrio, volutamente rispettato e conservato da Gianfranco Fontaine, discendente dei Fantini. Un magnifico viaggio in uno spazio verde di eccellenza.
Ora abbiamo  circa 85 km da percorrere in auto da Tredozio (FC) per raggiungere Longiano (FC) ma il pranzo che ci attende presso Da Fichera by Shakti ci compenserà ampiamente dello sforzo compiuto. Questo locale è oggetto di una mia recensione
Eccellenza a livello della regione Emilia Romagna per l’ampiezza e la qualità della collezione di arte contemporanea, nel pomeriggio ci dedichiamo alla visita della Fondazione Tito Balestra. Uno splendido contenitore il Castello Malatestiano di Longiano (FC) per un contenuto ancora più prestigioso: una collezione degna di un grande museo internazionale. Sono esposte oltre 3 mila opere di arte figurativa di artisti del Novecento italiano (Rosai e Maccari, ma anche Sironi, Morandi e altri ancora) e una preziosa collezione di opere grafiche di autori stranieri (Goya, Chagall, Matisse). Inoltre sono presenti opere frutto di donazioni, una vera meraviglia. Ma anche la vista dal castello malatestiano, di epoca medioevale, non è da meno: lo sguardo si perde tra le pianure e le colline verdi, fino al mare. Sulla piazzetta affaccia anche la “fontana dei veneziani”, un bel pozzo del XVI sec., inoltre una cappella sconsacrata e il “maschio” del castello, edificato nel Medioevo e modificato nel Rinascimento.
Purtroppo anche da Longiano (FC) ci dobbiamo accomiatare per raggiungere Santarcangelo di Romagna (RN), a soli 15 km circa di distanza. Qui alloggeremo in pieno centro storico, presso I Lazaroun, Residenza i Platani, per la quale vi rimando al sito www.lazaroun.it .
Da qui la sera possiamo uscire tranquillamente a qualsiasi ora ed esplorare con agio la piccola cittadina di Santarcangelo (RN),  totalmente pedonale nel centro storico,  con esercizi commerciali aperti  fino a tarda ora, che consentono anche l’acquisto di prodotti artigianali del territorio.
Ci aspetta per la cena “La Sangiovesa”, collocata nell’antico Palazzo Nadiani, trasformato in osteria dalla famiglia Maggioli dal 1990.  Vi rimando qui per una recensione del locale fatta da me.  Arriva così purtroppo anche l’ultimo giorno della nostra permanenza  in Romagna, si comincia di prima mattina con una visita al MUSAS di Santarcangelo, per il quale vi rimando a http://www.romagnavisitcard.it/it/circuito-gratis/item/musas-museo-storico-archeologico
Nella pausa pranzo visitiamo le grotte tufacee di Santarcangelo, un insospettabile patrimonio di 150 grotte di cui il paese gode, alcune monumentali, altre private, perlopiù costruite tra il 1400 e il 1800, anche se non mancano quelle risalenti a più di 2000 anni fa. Si tratta di grotte in arenaria e/o argilla, che temono le infiltrazioni d’acqua, ma non i terremoti. La visita e la degustazione ci viene offerta a un prezzo scontato grazie al circuito “Romagna Visit Card”, vedi http://www.romagnavisitcard.it/it/circuito-sconto/item/visita-alle-grotte-sotterranee-di-santarcangelo-con-degustazione
Siamo arrivati alla conclusione, ultima tappa del nostro itinerario il MET di Santarcangelo (RN)   Il museo racconta la storia di un popolo, nasce grazie al volontariato locale, presenta gli usi e i costumi, la cultura e le tradizioni della gente di Romagna. Il percorso museale è diviso in sei sezioni.  "E ti dirò chi sei" è la sezione I, dedicata alla famiglia e alla comunità. Nel territorio di Santarcangelo le produzioni agricole erano soprattutto vitinicole e cerealicole, e anche in casa la vita ruotava attorno a queste due attività. Il mulino era il luogo maschile per eccellenza, mentre alla donne veniva spesso detto di "non andare al mulino perché ti infarini". Punto di forza della collezione museale è, nella sezione “a ferro e fuoco” una bellissima collezione di caveje di tutte le forme e dimensioni. Anticamente avevano la funzione di perno per bloccare il giogo,  portato da due buoi, con il timone usato per bloccare l'avanzamento di aratri, erpici e carri. Inoltre le caveje avevano anche diverse valenze simboliche: quante curiosità e quante scoperte!
Questo itinerario è stato da me personalmente testato, i miei amici d’oltralpe Carlo e Frédèrique l’hanno sperimentato ad agosto 2013, ora tocca a voi partire, naturalmente senza dimenticare “Romagna Visit Card”, buon viaggio!  

Nessun commento:

Posta un commento