Qualche giorno fa mi trovavo a Massa Lombarda (RA) per la Festa di San Paolo, quando ho avuto il piacere di incontrare Renato Mancini, artista di recycling, di cui ho scritto qui: "L'arte dei rottami", una splendida mostra seppure allestita in un luogo insolito quale una erboristeria, che rimarrà fruibile fino al 16 febbraio 2014. Potevamo lasciarci scappare l'occasione di visitare l'officina/laboratorio creativo dell'artista considerato che siamo stati invitati a farlo?
Un luogo ricco di fascino, appena fuori dal centro storico, in via Martiri della Libertà 201, Massa lombarda (RA). Nel verde campeggiavano alcune sculture, esposte ahimè alle intemperie. E sabato scorso pioveva, quanto pioveva, direi proprio parecchio!
Sul lato della abitazione in cui l'artista vive con la famiglia una raccolta di rottami da fare invidia a un demolitore e poi una piccola costruzione con una ripida scala a chiocciola: qui ci siamo arrampicati e qui abbiamo goduto di uno spettacolo fatto di energia pura, tanti pezzi in costruzione, alcuni pezzi del passato, tante parole, tanti racconti, tanta emozione e, da parte nostra, tanta meraviglia.
E il desiderio di raccogliere una intervista che raccontasse l'uomo Renato Mancini e non solo le sue opere. Perché dietro a queste sue sculture fatte di pezzi di scarto si nasconde tanta poesia e tanta voglia - noi crediamo - di raccontare di sé e di come la vita andrebbe vissuta se a viverla fossero i poeti. Veniamo quindi alla nostra intervista.
A quanti anni hai cominciato a produrre oggetti d'arte utilizzando materiali di riciclo?
Avevo 20 anni, facevo il servizio militare, sulla scrivania di un ufficiale vidi un cavallo con cavaliere costruito con attrezzi assemblati....è di lì che mi è partita la voglia di fare qualcosa di simile. Quindi nel gennaio 1976, appena congedato, raduno i pochi rifiuti ferrosi che trovo attorno a casa, bulloni vari, e realizzo la mia prima scultura......imparerò solo un paio di anni più tardi che poteva sembrare Don Chisciotte.
Quali materiali utilizzi con più facilità? Quali ami di più?
Con più facilità qualsiasi tipo di materiale ferroso, scarti di auto, moto, bici, industriali, ecc, senza disdegnare a volte la plastica.
Che tipo di professione svolgevi prima di essere pensionato?
Prima di raggiungere l'arma a doppio taglio della pensione -doppio taglio perché è l'inizio della fine - facevo carpenteria e manutenzione presso alcune aziende della zona e la mia professione mi ha dato la possibilità di essere a contatto con tutti gli scarti che le fabbriche buttano senza sapere che nel cassone dei loro rifiuti sonnecchiano opere che non vedono l'ora di tornare alla vita. Nei contratti che firmavo mi riservavo di poter attingere a quei magici cassoni.
Quali pensi siano gli ingredienti fondamentali per un occhio creativo?
Penso sia fondamentale amare la natura, la semplicità......un po' di umiltà non fa mai male......essere curiosi. Adoro guardare le nuvole, un alba, un tramonto .........sono cose che le vedi in quel momento e poi più.
E' vero che le tue sculture nascono senza disegni preparatori?
Io non faccio disegni delle mie creazioni. Il mio divertimento è........una cosa farla sembrare un'altra. Ogni tanto mescolo i miei rottami ed è lì che mi vengono le idee. Ne ho talmente tante che morirò senza averle sviluppate tutte.
Ci sono artisti o personaggi che hanno influenzato la tua produzione artistica?
Tanti anni fa vidi una mostra a Imola di un certo Mimmo Laganà: erano belle le sue creazioni, e confesso che presi qualche spunto. Poi secondo me devi averlo dentro. A volte mi stupisco di quello che riesce a fare uno come me con pochissima cultura alle spalle.
Ti viene mai il dubbio di essere un grande artista?
Non credo di essere un grande artista, ma grande abbastanza per far sì che la mia arte mi faccia ricchissimo dentro, questo sì.
Auspici per il futuro?
Continuare a creare. E poi un sogno che lo tengo nell'armadio in fondo al letto perché è troppo grande per stare in un cassetto. Vedo una vecchia fabbrichetta in mattoni faccia a vista con ancora tutti gli impianti, tralicci, tubazioni, ecc, dove attaccare tutti i miei animali.E una grande stanza dove allestire un percorso con tutte le mie opere che finalmente troverebbero un riparo.
Cosa aggiungere? Un sentito ringraziamento a Renato Mancini per averci ospitato nella sua officina/laboratorio e per averci aperto la porta della sua stanza interiore.
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