lunedì 10 marzo 2014

"Farenheit 39": Festival di editoria e fotografia ieri a Ravenna con Guido Guidi

Si è concluso ieri domenica 9 marzo 2014 la IV edizione del Festival "Farenheit 39" organizzato grazie alla direzione artistica dell'associazione culturale Stradivari di Ravenna presso Artificerie Almagià, via dell'Almagià 2, Ravenna (RA).
Si tratta di un progetto di ricerca pluriennale che riunisce editori, grafici, stampatori, ricercatori, fotografi, illustratori, tecnici e distributori da tutta Italia per un momento di confronto sul tema della ricerca in editoria.
Sono arrivata intorno alle 10.30, il pubblico presente in teatro era quasi totalmente costituito da giovani, molti gli stimoli tra i banchi sui quali era possible sfogliare con agio volumi di ogni tipo, anche libri fotografici di grande interesse, come quelli dedicati alla figura di Guido Guidi, fotografo cesenate che di lì a poco avrebbe tenuto una conferenza in quegli stessi spazi.
Classe 1941, in questo periodo dell'anno Guido Guidi espone a Parigi, presso Fondation Henri Cartier Bresson. La sua mostra dal titolo "Veramente" rimarrà fruibile fino al 27.04.2014, un piccolo omaggio alla sua lunga carriera fotografica.
Bello sedere tra il pubblico ed ascoltare Guido Guidi parlare della fotografia. I giovani lo hanno incalzato con tante domande, ma il tono delle risposte è rimasto sempre pacato e il profilo basso. Nessuna concessione all'idea che il fotografo sia un'artista, l'artista è pieno di sé, un po' narciso, dice al mondo "ma quanto sono bravo" mentre il fotografo sperimenta l'incantamento (di cui parlava Dante Alighieri nella Divina Commedia) e sperimenta la vigilanza. Ad un suo studente Guidi consiglierebbe di girare intorno ad un oggetto e osservarlo da più angolazioni, spesso si scoprono nuove facce così facendo. Un sasso è un sasso, ha già dentro di sé la sua fotografia. Il fotografo non aggiunge nulla, se non il proprio contatto, la propria identficazione con quell'oggetto, è questo sostanzialmente ciò che muta da fotografo a fotografo. Utile per chi si avvicina alla fotografia ripercorrere i panni degli antichi fotografi, per ritrovare il loro sguardo. Perché l'importante è arrivare a trovare la differenza tra osservazione e percezione, ritrovare la percezione profonda, lo sguardo innocente del fanciullo, l'incantamento. La fotografia è in divenire, è soggetta all'usura, alla luce, alla trasformazione. Per questo è spesso consigliabile presentare più fotogrammi, rappresentare il tempo che scorre. La realtà si trasforma una volta che è diventata fotografia.
Quanti spunti per la mia passione in materia di fotografia, una bella mattinata quella in compagnia di Guido Guidi grazie al festival "Farenheit 39" edizione 2014. Il Festival è parte del programma "Prove Tecniche" per Ravenna 2019 

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