martedì 16 dicembre 2014

"Le fanciulle Kejia" di Zhen Li a Ravenna (RA): inaugurazione venerdì 19 dicembre 2014

Inaugura venerdì 19 dicembre 2014 alle ore 18, presso le Edizioni del Girasole in via Pasolini 45 Ravenna, la personale di opere fotografiche di Zhen Li dal titolo "Le fanciulle Kejia" a cura di Rosetta Berardi, testo di Chiara Pausini. La terra d’origine dei Kejia è costituita dalle zone montagnose a cavallo delle tre province del Jiangxi, del Fujian e del Guangdong, nel sud della Cina. Il rito del “matrimonio con pianto” identifica le radici di questa etnia, fortemente legata alle proprie tradizioni. Il pianto è quello della sposa, che in questo modo dichiara pubblicamente il suo attaccamento alla famiglia di origine. Quando la portantina nuziale arriva alla casa dello sposo, quest’ultimo deve dimostrare la sua intelligenza partecipando ad una sfida di composizione in distici. Sarà lui ad accogliere la sposa al suo arrivo. La cerimonia di scambio delle liste di doni nuziali è solenne ed elegante; è la presentazione ufficiale delle proprie credenziali, per poter dare inizio ad una prolifica collaborazione tra le due famiglie. Legata alle tradizioni della sua terra di origine e alla sua famiglia, ma al tempo stesso attratta da quello che si trova altrove, dalle innumerevoli possibilità che soprattutto la conoscenza può offrire, Zhen Li racconta le contraddizioni del suo sentire attraverso il ritratto di queste giovani fanciulle, immortalate contro le pareti di vecchie abitazioni nel villaggio di Rentian, dove è nata. Gli abiti cangianti indossati da queste bambine ne tramutano l’aspetto, facendole apparire come giovani donne, spesso ritratte in atteggiamenti altezzosi e borghesi. I travestimenti divengono parte integrante del ritratto, della rappresentazione alterata della quotidianità; identificano simbolicamente il sogno della straordinaria bellezza, proclamata e celebrata, e il desiderio di un futuro meraviglioso che non può che concretizzarsi nel rito del matrimonio, nell’abito da cerimonia, nella proclamazione solenne. Un giocattolo o un peluche leggermente infangati sembrano rimanere gli unici elementi a testimonianza dell’età di queste fanciulle, della cui infanzia sembra rimanere ben poco. Sono figure lontane, a tratti inquietanti, il cui sguardo difficilmente lascia intravedere una sensazione di armonica serenità. E’ la contraddizione e la consapevolezza di un'aspirazione che non nasce naturale ma che sembra il frutto di un'imposizione; è l’intuizione profonda di altre possibilità che si nascondono in un mondo lontano da quelle strade familiari, da quelle pareti grigie. Zhen Li sceglie con cura i soggetti da fotografare, li fa emergere con forza dalle sfumature del cemento che le circonda, nascondendo i segni della malattia, mentale o fisica, che colpisce alcune di loro. Nella tradizione molte ragazze del suo villaggio hanno il dovere di crescere e allevare fratelli e sorelle, mentre i genitori portano avanti il lavoro nei campi. Ecco le due fanciulle scalze in posa l’una accanto all’altra, con una vecchia bambola in stoffa gialla, tenuta in grembo come fosse un piccolo neonato; accanto a loro, ma più distante, un’altra giovane donna, vestita più elegantemente, tiene un libro in mano e guarda in direzione opposta. Ecco l’intuizione di Zhen Li, quella di una possibilità di scelta che nasce dallo studio e dalla conoscenza, da quella capacità di guardare altrove che permette il rispetto della tradizione, con coscienza e senso critico. La mostra rimarrà fruibile fino al 28 febbraio 2015, osservando gli orari seguenti: tutti i giorni feriali dal lunedì al sabato dalle 9,30 alle 12,30, altri giorni e altri orari per appuntamento +39 3358193647

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