Venerdì 10 aprile, alle ore 17.30, presso il Museo
TAMO, si terrà la presentazione dei libri fotografici del ravennate Luigi Tazzari: 2013 (Damiani Editore) e Offshore
(LGN Editore).Alla
presentazione dei volumi, con proiezione delle fotografie, oltre all’autore
parteciperà Franco Gabici.
Il "progetto fotografico 2013" presenta "uno
sguardo, quello di Tazzari, che ama farsi penetrare dal mare, dalla salsedine,
dalla sonorità delle onde, dal silenzio della bonaccia. Un mare fotografato una
volta alla settimana, di mattina, tutte le 52 domeniche del 2013. Immortalato
nello stesso modo, frontale e diretto, con il cielo e l’orizzonte, per farci
vedere l’irripetibilità di quel dato
momento. Solo quel giorno, in quella data ora, il
cielo e il mare si sono presentati così davanti all'obiettivo di Tazzari: con
il vento che soffia a raffiche scompaginando
la superficie del mare; oppure con le onde scure e spumeggianti impregnate di sabbia marrone che si stagliano
su un cielo altrettanto incupito; o
anche con le acque trasparenti di una giornata estiva. Per farci percepire l’idea di un tempo misurabile
e lineare, che scorre di mese in mese,
di stagione in stagione, di anno in anno ..." (Rita Fenini, da Panorama).
Protagonisti di "Offshore"
sono invece gli uomini che lavorano sulle petroliere, costituite da acciaio e
catene, sospesi su passerelle e circondati da una sterminata distesa di acqua.
Franco Gabici introduce così il libro: “Il
lavoro, dunque. E queste immagini di Luigi Tazzari vogliono essere innanzitutto
un omaggio al lavoro e all’industriosità dell’uomo, qui ritratto, in maniera
cruda e alla moda di un efficace neorealismo fotografico, nel proprio ambiente
dove prevale la presenza del ferro, dell’acciaio, delle catene … catene che
sembrano quasi voler inchiodare l’uomo al suo lavoro, novello Sisifo incatenato
sulla rupe del progresso. L’obiettivo
di Tazzari, mostrando una realtà brulla e senza orpelli, sembra voler andare
oltre gli ottimismi che negli anni Cinquanta del secolo passato salutarono
l’industrializzazione che avanzava distruggendo ettari ed ettari di pineta e
inquinando il nostro mare e in questo senso l’obiettivo di Tazzari sembra
schierarsi accanto alla cinepresa di Michelangelo Antonioni che in pieno boom
girava il suo “Deserto rosso” mettendo crudamente in evidenza l’altra faccia
del progresso. Ma queste immagini
crude e realistiche sono anche la documentazione della vittoria di una città
sul mare e che sul mare vuole tenacemente lavorare e guardare il futuro”. L'iniziativa è ad ingresso libero.
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