mercoledì 8 aprile 2015

I libri fotografici di Luigi Tazzari a TAMO, Ravenna (RA) venerdì 10 aprile 2015

Venerdì 10 aprile, alle ore 17.30, presso il Museo TAMO, si terrà la presentazione dei libri fotografici del ravennate Luigi Tazzari: 2013 (Damiani Editore) e Offshore (LGN Editore).Alla presentazione dei volumi, con proiezione delle fotografie, oltre all’autore parteciperà Franco Gabici. 
Il "progetto fotografico 2013" presenta "uno sguardo, quello di Tazzari, che ama farsi penetrare dal mare, dalla salsedine, dalla sonorità delle onde, dal silenzio della bonaccia. Un mare fotografato una volta alla settimana, di mattina, tutte le 52 domeniche del 2013. Immortalato nello stesso modo, frontale e diretto, con il cielo e l’orizzonte, per farci vedere  l’irripetibilità di quel dato momento. Solo quel giorno, in quella data ora, il cielo e il mare si sono presentati così davanti all'obiettivo di Tazzari: con il vento che soffia a raffiche scompaginando  la superficie del mare; oppure con le onde scure e spumeggianti  impregnate di sabbia marrone che si stagliano su un cielo altrettanto  incupito; o anche con le acque trasparenti di una giornata estiva. Per  farci percepire l’idea di un tempo misurabile e lineare, che scorre di  mese in mese, di stagione in stagione, di anno in anno ..." (Rita Fenini, da Panorama). 
Protagonisti di "Offshore" sono invece gli uomini che lavorano sulle petroliere, costituite da acciaio e catene, sospesi su passerelle e circondati da una sterminata distesa di acqua.
Franco Gabici introduce così il libro: “Il lavoro, dunque. E queste immagini di Luigi Tazzari vogliono essere innanzitutto un omaggio al lavoro e all’industriosità dell’uomo, qui ritratto, in maniera cruda e alla moda di un efficace neorealismo fotografico, nel proprio ambiente dove prevale la presenza del ferro, dell’acciaio, delle catene … catene che sembrano quasi voler inchiodare l’uomo al suo lavoro, novello Sisifo incatenato sulla rupe del progresso. L’obiettivo di Tazzari, mostrando una realtà brulla e senza orpelli, sembra voler andare oltre gli ottimismi che negli anni Cinquanta del secolo passato salutarono l’industrializzazione che avanzava distruggendo ettari ed ettari di pineta e inquinando il nostro mare e in questo senso l’obiettivo di Tazzari sembra schierarsi accanto alla cinepresa di Michelangelo Antonioni che in pieno boom girava il suo “Deserto rosso” mettendo crudamente in evidenza l’altra faccia del progresso. Ma queste immagini crude e realistiche sono anche la documentazione della vittoria di una città sul mare e che sul mare vuole tenacemente lavorare e guardare il futuro”. L'iniziativa è ad ingresso libero.

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