La nuova sede è stata inaugurata il 22 novembre 2014: ora si trova in Piazza Marinai d'Italia 16, Marina di Ravenna (RA). Il museo è gestito da Historical Diving Society Italia, costituitasi in onlus nel lontano 1994 a Marina di Ravenna, che ha svolto in passato importanti attività di ricerca, mostre tematiche e convegni sulla storia dell'immersione in Italia, a cui si aggiunge una intensa attività di raccolta, preservazione e conservazione di reperti, apparati e documenti, relativi alla storia della subacquea, che hanno portato nel 1998 alla apertura del Museo delle Attività Subacquee a Marina di Ravenna (RA), unica sede italiana di un museo interamente dedicato al diving.
A farci da guida, in occasione della nostra invasione digitale, Vincenzo Cardella, consigliere della Historical Diving Society Italia, che è poi la medesima persona alla quale è necessario rivolgersi qualora desideriate effettuare la visita. E già qui tocchiamo con mano la bella magia del volontariato in Italia, di chi crede in quello che fa, e lo fa per il piacere di farlo e di condividere il proprio sapere e la propria esperienza con altri. La visita avviene solo su prenotazione: segnatevi questo numero:3387265650.
C'è stato chi tra di noi si è inerito in uno scafandro da palombaro del peso di 65 kg, in tela gommata. E poi chi si è avventurato ad entrare in una camera iperbarica in alluminio e acciaio, dotata di barella per l'estrazione.
Grazie ad un affidamento temporaneo da parte della Marina Militare Italiana al museo, abbiamo potuto ammirare uno scafandro rigido articolato della ditta Galeazzi. Inoltre manichini con mute da incursore, stampe d'epoca e foto che illustrano la nascita dei siluri a corsa lenta detti "maiali", usati dagli incursori italiani nella seconda guerra mondiale.
Pezzo forte del museo è il "Cristo degli Abissi" opera di Guido Galeatti, la cui copia in bronzo giace nei fondali della Baia di San Fruttuoso, nella piccola baia di Portofino, simbolo riconosciuto della subacquea mondiale.
Trovano ampia testimonianza, all'interno del museo, le custodie stagne per macchine fotografiche, una delle quali datata 1940, e po altre costruite artigianalmente negli anni '50, infine modelli di tipo industriale.
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