Siamo nel cuore del centro storico della città, dove sono conservati i pezzi in origine provenienti dalle raccolte dei monaci camaldolesi di Classe che, fin dall'inizio del secolo XVIII, raccolsero opere d'arte e di archeologia. Ingenti e molto interessanti all'interno del museo sono le collezioni di arti cosiddette "minori", come il lapidario, gli avori, le icone, le stoffe, il mobilio, ecc.
La nostra invasione è stata organizzata da chi scrive, ovvero Antonella Barozzi, e si ispira a quanto messo in atto in Unione Sovietica per "Empty Project" nell'ambito del Hermitage Museum e del Bolshoi Theatre, di cui Ilaria Barbotti, ha recentemente scritto qui. Mi sono rivolta al Comune di Ravenna e poi di seguito alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Ravenna Ferrara Forlì Cesena Rimini, perché da subito ho pensato che il Museo Nazionale fosse lo spazio migliore in assoluto per ospitare un evento speciale quale l'invasione di quest'anno mirava ad essere. Non più solo una pacifica invasione da parte di appassionati di cultura, comunicazione digitale, fotografia e social media in genere, ma anche e soprattutto la creazione di un momento di cultura interattiva e partecipata, che andasse a coinvolgere soprattutto le nuove generazioni. Hanno aderito alla nostra manifestazione IDA - International Dance Association, che ha una sede a Ravenna in Via Paolo Costa 2 e le community INSTAGRAM di di @ig_emiliaromagna e di @igers_ravenna.
Nella Sala di Porta Aurea troviamo i resti della Porta edificata nel 43 d.C., andata distrutta nel 1582, di cui rimangono esposti alcuni frammenti di cornici, capitelli, nonché due eleganti patere marmoree ornate con motivi a ghirlanda. Qui il nostro interprete ha giocato a nascondino tra i preziosi pezzi archeologici, lasciandosi ammirare da noi moderni invasori.
Proseguendo siamo saliti al piano superiore, con una sosta piuttosto affascinante di fronte alla magica "Sala della Sinopia", dove è possibile ammirare il disegno preparatorio in terra rossa - detto "sinopia" rinvenuto nel catino absidale di Sant'Apollinare in Classe nel corso di opere di restauro tra il 1970 e il 1976.
Il motivo iconografico è mutato rispetto a quello attualmente fruibile nella basilica, patrimonio Unesco dal 1996: qui raffigura pavoni affrontati con cesti di fiori e racemi, mentre in basilica troviamo due file di pecorelle ai lati di Sant'Apollinare. Le nostre splendide interpreti hanno realizzato un balletto moderno di grande effetto e suggestione.
Proseguendo nella nostra visita abbiamo raggiunto la farmacia, un ambiente festoso e suggestivo, in cui campeggia un mobile di fine XVIII sec., proveniente da una bottega anticamente collocata in Via Mazzini a Ravenna, detta "De Mori".
Quale atto finale del nostro percorso è stato presentato il balletto "Buon viaggio.....a vederci", coreografia curata da Carla Rizzu, che in versione integrale potete trovare online qui. Ma nella magica cornice della Sala del Refettorio del Museo Nazionale l'esibizione aveva un sapore diverso: ho ricevuto i complimenti da parte degli insegnanti, dei coreografi e dei ragazzi stessi per la meravigliosa opportunità che è stata loro data di esibirsi in un simile contesto di pregio architettonico ed artistico.
La Sala del Refettorio presenta preziosi affreschi trecenteschi di Pietro da Rimini, che provengono dalla Chiesa di Santa Chiara a Ravenna, strappati, e/o staccati dalla sede originale, oggi Teatro Rasi di Ravenna, e qui collocati dopo un'opera di restauro conservativo.
Arrivati ai saluti, ognuno di noi concordava su un punto: "ce ne vorrebbero di più di eventi così nei nostri musei". E allora mi sorge spontaneo rivolgere un appello al Ministro Dario Franceschini, che qualche giorno fa twittava così "Fino al 3 maggio tornano le #invasionidigitali. Iniziativa innovativa e ogni anno più coinvolgente. @Invasionidigita".
L'appello è questo: diamo spazio a chi ha idee, diamo spazio alla innovazione, e fondi, quando sono necessari per realizzare manifestazioni culturali. Non aspettiamo oltre: il futuro è già qui, e progetti quali "invasioni digitali" lo dimostrano ampiamente. Buon futuro a tutti.
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