Le dune litoranee nel territorio ravennate ammontavano fino al 1955 a non meno di sette milioni di metri cubi e si sviluppavano su un fronte di 38 km, mentre già nel 1980 esse risultavano essere ridotte a sol 1,1 metri cubi su un fronte residuo di 16 km. Oggi la situazione è decisamente mutata. Grazie ad una legge di salvaguardia dell'ambiente costiero è stata istituita anni fa una riserva naturale alla foce del fiume Bevano, inoltre nel 1983 si è arrivati alla tutela di un piccolo tratto di dune collocato subito a nord di Porto Corsini (RA).
Nei Lidi Sud Ravenna, tra Punta Marina Terme (RA) e Marina di Ravenna (RA) sopravvivono piccole aree lasciate allo stato naturale, dove l'uomo non ha creato stabilimenti balneari, che nel periodo estivo si trasformano in piccoli paradisi per chi ama il contato con la natura senza troppi comfort.
Queste aree spesso ospitano capanni da spiaggia, ancora oggi soggetti a concessione demaniale, che solitamente vengono affittati da più famiglie in condivisione (famiglie di residenti che si tramandano la concessione di padre in figlio).
Oggi transitavo in località Punta Marina Terme / Marina di Ravenna, laddove alle spalle abbiamo la ex colonia dell'Aereonautica Militare, tra i bagni Ruvido da un lato e Ai Tamerici dall'altro, e non ho potuto fare a meno di notare il tremendo impatto che l'opera di salvaguardia delle dune costiere, voluta e finanziata dall'ENI, ha sul territorio.
Si tratta di 400 metri di dune costiere che allo stato attuale rappresentano l'area più estesa tra quelle superstiti nel ravennate, un'area che, al naturale fino all'anno passato, era di una bellezza rara e selvaggia.
Sono stati finanziati lavori per la creazione di 13 passerelle in legno di larice che dovrebbero tutelare le dune e la vegetazione spontanea dall'attraversamento "barbaro" dei bagnanti, dalla zona pinetale retrostante fino all'arenile. Finanziamenti per 500 mila euro, con autorizzazioni firmate da Comune di Ravenna, Pubblico Demanio regione Emilia Romagna, Parco del Delta del Po. I lavori attualmente sono in corso di svolgimento, verranno sospesi per la stagione estiva, riprenderanno a ottobre e si concluderanno entro dicembre 2015.
Ora io mi chiedo: ma erano proprio necessari? Non si poteva pensare a qualche intervento meno invasivo per la costa? L'impatto è davvero insopportabile dal punto di vista della fruizione del paesaggio. Sulla salvaguardia poi ho seri dubbi: se sarà rimasto qualche specie autoctona sulle dune al termine dei lavori, e sottolineo se, forse a nessuno verrà più nemmeno voglia di transitare da quelle parti, considerato che la bellezza del luogo è totalmente compromessa.
E per finire, cosa ne sarà di quei 500 mila euro spesi in passerelle, qualora nel corso dell'inverno 2016 avessimo delle mareggiate cospicue come nel 2015 abbiamo avuto? Il mare probabilmente si porterebbe via le passerelle e non solo, anche le dune che, private del radicamento arboreo, non risultano più resistenti alla forza del vento e del mare. Le mie foto documentano il prima e il dopo, nella speranza di suscitare un coro unanime di dissenso tra la cittadinanza.
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