Il Comitato SNOQ Ravenna chiede a donne e uomini di accendere una luce (una fiaccola, una candela, una torcia elettrica, una lampadina, un lumicino) sul proprio davanzale alle 21.00 di giovedì 26 gennaio per ricordare la morte di Stefania Noce, studentessa, attivista per i diritti delle donne, militante del comitato SNOQ di Catania, uccisa dal suo ex-compagno.
In questo modo, seppure da lontano e simbolicamente SNOQ Ravenna aderisce alla fiaccolata che il comitato di Catania - a un mese dall'omicidio - organizza il 26 gennaio per le vie della città.
Il 2011 si è chiuso con il femminicidio di Stefania Noce e si è aperto con quello di Antonella Riotino, 21 anni, studentessa di Putignano, uccisa dal fidanzato e, oggi, sono già 21 le donne ammazzate da mariti, fidanzati, compagni, amanti, padri, fratelli, amici. In Italia il femminicidio è la prima causa di morte per le donne tra i 16 e i 50 anni. Una donna ogni tre giorni muore per mano di un uomo. Eppure nel nostro paese il femminicidio è considerato un delitto di scarsa rilevanza sociale, quasi fisiologico, inevitabile e trattato come "delitto passionale", "raptus di follia", talvolta "troppo amore".
La violenza sulle donne e il sessismo sono questioni sociali e politiche e come tali devono essere affrontate e discusse.
Ci chiediamo quante altre donne dovremo ancora vedere uccise prima che questo crimine venga riconosciuto nella sua gravità e dimensione sociale, prima che assuma il rilievo di un fatto politico non più rinviabile?
Vorremmo un mondo in cui non fossimo costrette a continue manifestazioni, fiaccolate e tristi ricorrenze a ricordo delle donne uccise per mano di uomini violenti.
Il comunicato stampa termina qui, inserisco una foto che si riferisce all'ultima manifestazione SNOQ svoltasi a Ravenna nel 2011.
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