Domenica 27 aprile 2014 abbiamo invaso pacificamente, armati di device tecnologici, gli antichi spazi del Museo Civico delle Cappuccine, via Vittorio Veneto 1/A, Bagnacavallo (RA). Si tratta di una realtà museale "minore" in Bassa Romagna, minore forse proprio perché ancora non è conosciuta come meriterebbe, vista la consistenza delle collezioni che offre.
La chiamata alle armi per noi amanti della cultura, della tecnologia e della condivisione attraverso i social media, è partita da Adele Iasimone e Laura Solla, socie fondatrici del blog sm-Art People Plot che si sono attivate per aderire alla campagna di "Invasioni Digitali" lanciata da Fabrizio Todisco.
Si tratta di un progetto che quest'anno si è esteso anche ad altri paesi fuori dall'Italia, e fuori dalla CEE, ma che ha mosso i primi passi proprio qui, nel Bel Paese, tanto ricco di heritage da fare invidia ai potenti della terra.
Su questo blog trovate il racconto dell'invasione 2013 fatta a TAMO, Ravenna (RA). Domenica a Bagnacavallo eravamo un gruppetto di una trentina di persone, di sesso ed età differenti, accomunate solo dal desiderio di tutelare il patrimonio artistico e culturale nel quale viviamo immersi.
Ad accoglierci il curatore del museo Diego Galizzi, che ci ha regalato una sorpresa dietro l'altra. Per cominciare ci ha fatto accomodare nel laboratorio calcografico, dove all'opera, in diretta solo per noi, abbiamo potuto osservare e filmare la lavorazione di una incisione realizzata dall'artista Ermes Bajoni. Il laboratorio è stato donato al centro culturale "Le Cappuccine" da un'artista scomparso: il torchio e gli strumenti che vi sono conservati. vengono di tanto in tanto utilizzati per laboratori calcografici rivolti agli studenti delle scuole primarie e/o secondarie.
Una delle sezioni del museo è occupata dal Gabinetto delle Stampe Antiche e Moderne: una collezione amplissima, talmente ampia che per quanto riguarda le incisioni moderne è possibile affermare che si tratta della seconda in Italia per numero di pezzi dopo gli Uffizi di Firenze. WOW, non male davvero! Curiosando in sala conferenze ho fotografato la "Hera Ludovisi": il calco in gesso della testa proveniente da una collezione di sculture antiche di Roma, di cui Wolfgang Goethe fu estimatore ai tempo della sua permanenza nella capitale a tal punto da chiamarla "il mio primo amore romano".
Al piano superiore le collezioni antiche e moderne, una ricchezza davvero "esagerata" per un piccolo museo di provincia. All'estero penso che costruirebbero un museo attorno ad ogni singola opera, tanto sono belle!
Di corsa ho curiosato anche nella sezione di arte moderna e contemporanea, affascinata come ogni volta che ci torno dalle opere di Giulio Ruffini.
Bella la mostra temporanea "Maschere Identità nascoste" da me già recensita qui. Diego Galizzi ha voluto stupirci mostrandoci in sala conferenze dei pezzi unici: un corale miniato del Duecento, un volume del Settecento che riproduceva le incisioni e i disegni del Parmigianino, nonché, per terminare in bellezza fogli di incisioni antiche di Albrecht Durer.
Abbiamo scattato e filmato così tanto che ad un certo punto si sentivano le batterie degli smartphones scaricarsi. e noi felici come ragazzini a condividere a più non posso sui social media le nostre piccole pillole di cultura.
Grazie a tutti gli amici che hanno condiviso con me questa avventura, grazie a Diego Galizzi, splendido curatore "smart", e grazie anche all'azienda agricola Celti Centurioni che al termine della maratona fotografica (due ore circa) ci ha deliziati con assaggi del Consorzio Vini Bagnacavallo
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