Oggi vi porto con me alla scoperta di un osteria ristorante che parla il linguaggio della tradizione e della Romagna, non solo per la sua cucina ma anche e soprattutto per la sua storia. La Casa delle Aie sorge nel verde della pineta di Cervia-Milano Marittima, anticamente era utilizzata dai pignolari per la raccolta delle pigne. Essi la ottenevano in affitto dal Comune e la utilizzavano quale dormitorio e magazzino per lo stoccaggio del prezioso pinolo di pineta, che un tempo era fonte di reddito, molto più di quanto lo sia oggi. Nel 1785 un incendio rase quasi al suolo la Casa delle Aie, che venne ricostruita grazie ad un progetto dell'architetto Camillo Morigia, il medesimo architetto che a Ravenna ha curato l'allestimento della Tomba di Dante, così come la modifica della facciata di Santa Maria in Porto, ed altro ancora.
La costruzione è su due piani: al piano terra un tempo c'era la "camera del fuoco" che veniva utilizzata per schiudere le pigne, oggi troviamo le sale ristorante, anche nella zona porticata, che è stata verandata e resa accogliente grazie a potenti stufe termiche.
Ai piani superiori trovano spazio sale che vengono prenotate per gruppi, sono molto accoglienti, simili ad un museo etnografico, ospitano pezzi della tradizione della cultura popolare romagnola (bici, intrecci con canne di fiume, caveje, ecc) Fateci un salto se siete al piano inferiore: meritano una foto.
Sabato sera eravamo in due, provenienti dalla inaugurazione della mostra "Scatta al Museo" al MUSA di Cervia, abbiamo telefonato per sapere se dovevamo prenotare: la risposta è stata negativa.. Come si usava un tempo, nessuna prenotazione, accesso diretto dalle 19.00, se siete in gruppo invece sì, possibile prenotare per il piano superiore.
Dalle 19.00 si forma una coda davanti al locale, che viene gestita simpaticamente da personale esperto. Il servizio ai tavoli è celere, una volta seduti si mangia nel giro di pochi minuti: una delizia per gli occhi e per il palato le nostre portate: tagliolini agli stridoli, cappelletti al ragù, coniglio alla cacciatora e salame ai ferri con contorno di patate. La piada è arrivata in tavola ancora fumante, le carni cotte a puntino e ancora ben calde, come accade di rado in altri contesti, anche stellati.
Piatti della tradizione, pasta tirata al mattarello, ingredienti a km zero (come gli stridoli che sono erbe spontanee da queste parti), atmosfera rilassata.
Il mio unico rammarico? Non aver potuto accompagnare i cibi con fiumi di sangiovese e lambrusco, come vedevo fare ai miei vicini, perché purtroppo ero io alla guida dell'auto quella sera!
Il conto poi è ancora più interessante: si mangia bene e si spende bene, pensate in due, senza vino, solo 31,50 euro.Noi abbiamo già deciso che ci torneremo, magari in occasione delle serate culturali, che hanno luogo il venerdì: per il programma completo delle serate leggete qui. Per info e prenotazioni 0544927631
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