Ringraziamo l'Opera di Religione della Diocesi di Ravenna per aver concesso l'apertura straordinaria di questo splendido monumento, inoltre don. Alberto Brunelli, concertista del Duomo di Ravenna, per avere regalato un breve concerto d'organo agli invasori, in apertura alla visita guidata.
La Chiesa di Santa Giustina fu fondata nel 1747 su progetto di Gian Francesco Buonamici, architetto riminese divenuto famoso a Ravenna per la Cattedrale, o Duomo di Ravenna, lo scalone di Palazzo Guiccioli Baronio, la Cappella Sancta Sanctorum in San Vitale, e la Chiesa di Sant'Eufemia.
A farci da guida, noi invasori digitali, abbiamo avuto il piacere di avere Annalisa Barbieri, architetto, responsabile del progetto di restauro, avviato nel 2005 e conclusosi nel 2010. Non solo racconti, ma anche emozioni, ci hanno accompagnato alla scoperta di questo splendido gioiello del barocco italiano.
L'attuale Chiesa di Santa Giustina fu costruita per conto della Confraternita del SS. Sacramento della Metropolitana di Ravenna, un'associazione che aveva carattere di assistenza tra gli iscritti. A questo proposito Annalisa Barbieri ci ha fatto sapere che, nel corso degli scavi, è tornata alla luce una cripta, di cui si ignorava l'esistenza, in cui sono stati rinvenuti resti umani. Con ogni probabilità si trattava di corpi di persone defunte che avevano scarsi mezzi economici, quindi impossibilitati ad avere sepoltura altrove. I documenti relativi alle opere di restauro effettuate sono conservati presso la Biblioteca Classense, via Baccarini 3, Ravenna (RA).
La chiesa ha pianta circolare, con un diametro di circa 13 metri. Molto belle le decorazioni e gli stucchi, mantenuti quanto più possible affini agli originali, anche per quanto riguarda il colore verde pastello delle pareti e degli arredi, tipico dell'epoca barocca.
I medaglioni centrali posti sullo schienale delle panche, che riportano il simbolo della Confraternita della Misericordia, ovvero un calice che si staglia su un fondo azzurro, adagiato su una nube, da cui svetta un'ostia, sono stati mantenuti fedeli agli originali.
Sulla parete dietro all'altare è presente una tela di pregio di Francesco Longhi, pittore ravennate del Cinquecento. Lungo l'abside, molto bello il coro, con sedute ribaltabili in pioppo.
Particolarmente delicato è stato il restauro strutturale del campanile, già ampiamente danneggiato. Per la copertura delle volte, Annalisa Barbieri ci ha raccontato che si sono privilegiati materiali autoctoni, andando a reperire personale che sapesse intrecciare le erbe palustri a Villanova di Bagnacavallo, sede del Museo Etnografico.
Siamo stati felici di aver condiviso questa esperienza anche con i turisti che, numerosi, si sono infilati all'interno del monumento, pur non essendo iscritti a #invasiondigitali. Speriamo di aver creato un precedente, e che questo bellissimo monumento del Settecento ravennate possa presto tornare ad essere fruibile al pubblico con continuità.
L'evento è stato realizzato da "Invasioni Digitali" in collaborazione con Opera di Religione della Diocesi di Ravenna, Associazione Volontari Aclisti per l'Accoglienza Turistica, CTA, Comune di Ravenna, @ig_emiliaromagna, @igers_ravenna.
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