sabato 27 agosto 2016

Visita a "La forma del dialogo" di Bruno Ceccobelli al Museo Nazionale di Ravenna (RA)

Il Polo Museale dell’Emilia Romagna, in collaborazione con Il Cigno GG Edizioni di Roma, dedica un evento espositivo alle icone del Museo Nazionale in dialogo con le opere dell’artista Bruno Ceccobelli. “La forma del dialogo. Bruno Ceccobelli e le icone della collezione classense” è il titolo scelto per questa mostra, che consente, fino al 30 ottobre 2016, di ammirare il riallestimento della "Sala delle Icone" e circa 80 tra opere iconiche istallazioni site-specific dell’artista umbro presso il Museo Nazionale di Ravenna, via San Vitale 1, Ravenna (RA)

“Platò Peco Psico Pato” è il titolo-filastrocca scelto per l’istallazione nella Sala della Sinopia del Museo Nazionale di Ravenna. Si tratta, stando alle parole dell’artista, di un’opera “bidimensionale deposta su un piano orizzontale”, raffigurante “un gregge di pecore dormienti, distese a tappeto”, e realizzata attraverso “una sorta di mosaico sperimentale, composto da materiali vari di recupero industriale, secondo la più classica tradizione dadaista”. “Musive in sospensione” è invece l’installazione collocata nella splendida cornice bizantina della Basilica di Sant’Apollinare in Classe - Patrimonio dell’UNESCO dal 1996 - per onorare la magnifica tradizione del mosaico. La mostra è sempre la stessa, in due siti diversi della città. 

La Collezione delle icone del Museo Nazionale di Ravenna è formata da quasi duecento dipinti su tavola, provenienti con rare eccezioni dalla raccolta dei padri camaldolesi di Classe costituitasi nel Settecento. Tra i dipinti della collezione sono presenti molte icone databili tra il tardo Trecento e il Settecento: alcune provengono direttamente dal mondo slavo, altre traducono in un nuovo stile iconografie di stretta osservanza ortodossa, mentre la maggior parte è legata alla scuola sorta nell’isola di Creta, dal 1204 dominata da Venezia. Gli scambi con la città lagunare portarono i maestri cretesi a cercare nuovi incentivi, e nuovi modi espressivi.

Il nuovo allestimento, curato da Rosa D’Amico, permette una più corretta fruizione dei nuclei di maggiore significanza e restituisce al pubblico alcune icone sinora conservate nei depositi del Museo Nazionale.

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