mercoledì 23 novembre 2016

In visita al "Parco Museo Geologico Cava Monticino" a Brisighella (RA)

Ho fatto visita al "Parco Museo Geologico Cava Monticino", nel Parco della Vena del Gesso,  qualche giorno fa, nell'ambito di un percorso esperenziale proposto da "Scuola del Territorio 2016", il cui programma è curato dalla Planet Life Economy Foundation di cui, per la Delegazione Emilia Romagna la Responsabile è Sara Cirone. 
Il "Parco Museo Geologico Cava Monticino" si trova a 12 km da Faenza, in località Brisighella (RA). Nei pressi del Monte Monticino sorge l'omonima cava, sfruttata per circa 70 anni, fino agli inizi degli anni Ottanta. Il Parco Museo del Monticino venne inaugurato il 10 giugno 2006: alla sua realizzazione contribuirono le Università di Bologna e Firenze, la Regione Emilia Romagna, la Provincia di Ravenna e il Comune di Brisighella.
Ci siamo avvicinati alla cava in una fredda mattinata autunnale, caratterizzata da bassa temperatura e foschia piuttosto densa. Nonostante questo, il geologo Stefano Marabini, nostro accompagnatore per il gruppo di "Scuola del Territorio", ci ha mostrato Il sentiero ad anello, che abbiamo percorso in parte, con una parete rocciosa ricoperta di muschi verdi al centro di esso, di forte impatto visivo. Nessun albero di alto fusto intorno, solo ginestre di colore giallo.
Davanti alla grande rupe centrale abbiamo osservato cristalli di gesso, accompagnati da cartelli didattici esplicativi. Ci è stato spiegato che sopra alla cava si trovano interessanti grotte: un paradiso per gli speleologi che di anno in anno fanno nuove scoperte. 
Il sito "Parco Museo Geologico Cava del Monticino" è considerato di grande importanza dal punto di vista geologico, da parte di studiosi provenienti da tutto il mondo. I depositi continentali della caratteristica Formazione a Colombacci (argille verdastre ciottolose contenenti molluschi di habitat salmastro e resti di vertebrati terrestri) si trovano seguite dalle più recenti Formazioni di Argille Azzurre (sedimenti marini): in altre parole possiamo trovare in questa piccola area protetta la spiegazione del clima mediterraneo che caratterizza l'area di Brisighella e dintorni, con coltivazioni di olive e la produzione del celeberrimo olio extra vergine "Brisighello DOP".
E' infatti dal 1996 che l'Unione Europea ha concesso il riconoscimento della DOP - Denominazione di Origine Protetta - all'olio extra vergine di oliva di Brisighella, detto "Brisighella DOP". Ma il "Parco Museo Cava del Monticino" è una eccellenza anche dal punto di vista paleontologico. Fu nel 1985 che Antonio Benericetti (Tonino), appassionato naturalista in cerca di minerali, perlustrando alcune fessure riempite da argille nei banconi di gesso della cava, notò la presenza di resti ossei fossilizzati. Nelle cosiddette "trappole" abbiamo potuto osservare resti di ossa, denti e conchiglie. 
In altra posizione (vicino all'ingresso del sentiero), segnalate da appositi cartelli, troviamo le rocce che presentano ritrovamenti di particolare pregio. Quando, negli anni 1980-90 vennero effettuati i primi scavi, fu immediatamente evidente che dalla cava stava affiorando una delle più ricche e interessanti faune europee di vertebrati continentali del periodo Messiniano. Il pregio dei lavori di allora fu quello di non deturpare la cava, ma di conservarla intatta così come oggi appare alla nostra osservazione. 
Cosa manca ancora da fare? Una valorizzazione migliore, fatta non solo di cartellonistica nel percorso ad anello già esistente, ma anche della creazione di veri e propri percorsi naturalistici e di promozione a livello internazionale di un bene che in molti paesi ci invidiano. Attualmente per visite guidate è necessario rivolgersi alle guide accreditate del Parco della Vena del Gesso.  
L'accesso al Geoparco è comunque sempre possibile e libero, in qualsiasi stagione dell'anno. L'ex cava di Monticino rappresenta un singolare esempio di come, un'area un tempo degradata, possa essere valorizzata da un punto di vista culturale. Da non dimenticare infatti che la cava del Monticino rimane una delle più significative testimonianze della fatica delle genti di Romagna, quando a dorso di asini, i gessi della cava venivano trasportati nel centro storico di Brisighella per essere commercializzati. Non stupisce a questo proposito che una delle vie più fotografate dai turisti nell'antico borgo di Brisighella sia la "via degli asini", che deve proprio al trasporto del prezioso "gesso" a dorso di asini, il suo nome. 

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