giovedì 26 gennaio 2017

In visita a Palazzo Poggi a Bologna (BO), Italy

Ci siete mai stati? Palazzo Poggi, in via Zamboni 33 a Bologna(BO), è oggi sede del Rettorato della Università di Bologna. Fu acquistato dalla famiglia Poggi alla fine del XV secolo. E fu di Giovanni Poggi, potente ecclesiastico, l’idea di ingrandire e abbellire il palazzo attorno alla metà del ‘500.  Nel piano nobile, dove oggi si trova il museo, a partire dal 1711 vennero collocati buona parte dei laboratori dell’Istituto delle Scienze di BolognaIl Museo di Palazzo Poggi non nasce da collezioni accumulate nel tempo. La sua specificità consiste nell’essere la ricomposizione dei laboratori e delle collezioni dell’antico Istituto delle Scienze, fondato da Luigi Ferdinando Marsili (1658-1730), che proprio nelle stesse stanze di Palazzo Poggi operò dal 1711 al 1799. L’Istituto delle Scienze fu la prima istituzione scientifica pubblica dedicata alla ricerca e alla formazione scientifica secondo i criteri metodologici dell’osservazione diretta e dell’esperimento.
Ma veniamo alla mia esperienza diretta, condotta grazie a visita guidata organizzata dall'associazione Vitruvio di Bologna. A piano terra entriamo subito negli spazi dedicati allo studio della "Domus Magna" di Giovanni Poggi. Alle pareti e sui soffitti troviamo i magnifici affreschi di Pellegrino Tibaldi, raffiguranti la "Storia di Ulisse". 
Saliti al piano nobile entriamo nella Sala delle collezioni zoologiche, dove trovano spazio anche le meticolose raccolte di incisioni di Aldovrandi, noto naturalista bolognese. La tecnica delle incisioni di allora a me ricorda molto quella delle stampe romagnole, non so se ci avete mai pensato pure voi.
Proseguendo entriamo in sale riccamente ornate, colme di reperti, strumenti scientifici e vere e proprie opere d’arte. Spiccano i modelli in cera e materiali composti delle prestigiose collezioni settecentesche dell’Istituto di Anatomia, orgoglio bolognese e trionfo della sua scuola di artisti ceroplasti. Colpisce la Sala dell'Anatomia, con il suo tavolo operatorio e sagome di scheletri di uomo e di donna alle pareti.
Affascina la Venerina, nella saletta lunga sormontata da affreschi raffiguranti putti vendemmianti. La Venerina è una delle repliche più o meno fedeli del modello originale, la "Venere dei Medici", che Clemente Susini eseguì negli anni 1780-1782 a Firenze. L'agonia di una giovane donna viene rappresentata nell'ultimo istante di vita e nel suo voluttuoso abbandonarsi alla morte nella completa nudità. Al di sopra della Venerina, ammiriamo un fregio che rappresenta scene di Putti vendemmiatori, delimitati da cariatidi. Affidato a Nicolò dell'Abate, il lavoro è splendido, come potete evincere dalle mie foto. 
Il percorso museale comprende a pianterreno anche un'aula dedicata al poeta Giosuè Carducci, in cui egli tenne lezioni di lingua e letteratura italiana per 40 anni. Emozionante entrarvi e ammirarla così com'era, coi suoi lunghi tavoli in legno grezzo, il busto del poeta e la lavagna di un tempo. 
Poco distante si apre anche la Sala dell'Antica Biblioteca. La Biblioteca Universitaria attuale, terminata nel 1744, è collocata ai piani nobili ed aperta al pubblico per la consultazione dei volumi, mentre a pianoterra troviamo la prima originaria Biblioteca dell'Istituto delle Scienze, in funzione dal 1724. Furono Marsili e Papa Benedetto XV a insistere sulla importanza della sua funzione, così da  farne una assoluta eccellenza a livello internazionale. A livello estetico a me piace molto. 
Un globo terrestre del Coronelli, datato 1692-1693 impreziosisce l'aula. E' fatto di legno, gesso, carta, ha ventiquattro fusi e calotte polari a stampa, basamento coevo in legno, con carte al circolo dell'orizzonte. Di particolare fascino è il cartiglio che decora la parte inferiore del globo, dove si può scorgere il ritratto dello stesso Coronelli. In questi giorni, grazie alla manifestazione "Arte Fiera", dedicata all'arte contemporanea, la Biblioteca è arricchita da un Pinocchio allegorico, che potete vedere in foto. Il grande heritage italiano non smette mai di conquistarci. Voi cosa ne dite, vale la pena di fare una visita a Palazzo Poggi? 

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