martedì 28 febbraio 2017

Visita alla mostra "Ceramica Déco. Il gusto di un'epoca" a Faenza (RA) fino al 1 ottobre 2017

Dal 18 febbraio e fino al 1 ottobre 2017 rimarrà fruibile al MIC - Museo Internazionale delle Ceramiche  di Faenza (RA) - la mostra "Ceramica Déco. Il gusto di un'epoca". Personalmente vi ho fatto visita sabato scorso, partecipando a visita guidata organizzata dal personale tecnico scientifico del museo. Ho riscontrato, con mio sommo piacere, una grande partecipazione di pubblico. Le visite guidate vengono replicate ogni domenica alle 10.30, fino al 18 giugno 2017, a titolo gratuito. A carico dei partecipanti la quota di ingresso al museo. Consigliata la prenotazione al 0546697311.
Cosa presenta la mostra? Un percorso dedicato alle ceramiche degli anni Venti e Trenta, grazie ai lavori di artisti come Domenico Rambelli, Francesco Nonni, Pietro Melandri, Anselmo Bucci, Riccardo Gatti, Giovanni Guerrini, Ercole Drei. Nacque allora il MIC - Museo Internazionale delle Ceramiche - grazie ad una felice intuizione di Gaetano Ballardini che, nel 1908 fondò il museo proponendo raccolte di ceramiche di provenienza non solo italiana ma internazionale. Il museo si sviluppò a tal punto da divenire la più ampia collezione al mondo di ceramiche. Nel 1919 nacque anche la storica regia Scuola di Ceramica di Faenza. 
Tra ceramiche, grafiche, vetri, metalli e arredi i temi in mostra sono quelli degli anni Venti e Trenta, tra jazz, fox-trot, tango, identità maschili e femminili alle prese con l’emancipazione, orientalismo, velocità delle auto, modernità della metropoli e glamour.
Un grande disegno collettivo che si fonda sul recupero dell'artigianato di qualità (non per nulla in mostra si ammira uno splendido servizio da tavola inedito firmato Melandri, ma anche xilografie di Nonni che ci riportano alla memoria le stampe romagnole in color ruggine dei tessuti).
Sono due le opere centrali della mostra: l’inedita ‘Danzatrice’ del 1924, e il ‘Corteo orientale’, realizzato da Anselmo Bucci, che vinse la medaglia d’argento all’Esposizione del 1925, entrambe testimoni del gusto orientalista che aveva pervaso l’Europa in quegli stessi anni. Presenti in mostra anche i riferimenti alla gestazione dell’Art Déco: in particolare il Futurismo, con le ceramiche floreali di Riccardo Gatti e l'opera "Fiori dei miei giardini" di Tullio Mazzotti, a me molto gradita. 
Leggiamo in mostra "..... L'essenziale è oggi creare le condizioni favorevoli alla formazione di uno stile, rieducando il gusto della collettività e riaccendendo nel cuore dei nostri concittadini uno schietto amore per l'arte....." Cit. Guido Marangoni, 1927. Una citazione che è come il testamento poetico di un'epoca. 



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