Aperto dal 1991, con il contributo della Neri Spa, dal 2010 il Museo della Ghisa presenta un nuovo allestimento presso la Chiesetta di Santa Maria delle Lacrime, una location in cui contenitore e contenuto si fondono, creando un'atmosfera capace di catturare l'attenzione del visitatore. La collezione comprende 200 manufatti circa, prodotti tra il 1846 e il 1930-40: fontane, panchine dalle decorazioni finissime, mensole, balaustre, picchiotti, roste, scansaruote, ecc.
Un intero museo dedicato alla ghisa dunque, una lega composta da ferro e carbonio. A differenza del ferro battuto, che richiede per ogni pezzo prodotto la presenza dell'abilità manuale dell'artigiano, la ghisa, essendo fusa, consente la riproduzione del medesimo esemplare in più copie, del tutto identiche una all'altra.
Fino agli anni 30-40 del Novecento, la ghisa era ampiamente utilizzata per opere di arredo urbano e per la illuminazione delle strade nelle città in Italia e in Europa. Chi non ricorda i gazebo nei parchi pubblici, spesso utilizzati per ospitare concerti, oppure i gazebo delle terme o degli stabilimenti balneari al mare? Se pensiamo alle abitazioni possiamo ricordare i magnifici balconi in ghisa di Parigi, oppure i battiporta dalle forme più strane nelle nostre città: mani, leoni, zampe di animali, e altro ancora. All'interno delle case potevamo trovare con facilità teiere in ghisa, stufe domestiche, grucce portabiti, portaombrelli, carboniere, ecc.
Da giugno a settembre il museo è aperto sabato, domenica e festivi dalle 14.30 alle 18.00, altrimenti l'accesso si può prenotare telefonando al numero 0547 666457 (Comune Longiano) oppure 0547 652171 (Fondazione Neri). Per info http://www.museoitalianoghisa.org/home.asp?L=IT.
Un'ultima piccola curiosità: dal 2008 è stata aperta una sezione staccata del museo a Cesena, presso i Giardini Pubblici, dove trovano spazio un gazebo e alcuni pali storici che gli fanno corona.
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