giovedì 29 agosto 2013

Visita al Museo della Ghisa, via Santa Maria 18/A, Longiano (FC)

Ieri sono stata in visita a Longiano(FC), piccolo borgo medioevale dell'entroterra romagnolo. Da tempo desideravo visitarlo, e direi che non sono rimasta delusa: si tratta di una piccola realtà che ha ottenuto la bandiera arancione del Touring Club Italiano, riconoscimento riservato ai Comuni che si distinguono per la qualità della vita, dall'accoglienza e dell'offerta culturale. A lato della Fondazione Balestra, collocata nell'antico Castello Malatestiano che domina il borgo dall'alto e che costituisce l'attrazione culturale numero uno, ho potuto constatare la presenza di almeno altri tre deliziosi contenitori culturali: il Teatro Petrella, il Museo di Arte Sacra e il Museo della Ghisa.
Aperto dal 1991, con il contributo della Neri Spa, dal 2010 il Museo della Ghisa presenta un nuovo allestimento presso la Chiesetta di Santa Maria delle Lacrime, una location in cui contenitore e contenuto si fondono, creando un'atmosfera capace di catturare l'attenzione del visitatore. La collezione comprende 200 manufatti circa,  prodotti tra il 1846 e il 1930-40: fontane, panchine dalle decorazioni finissime, mensole, balaustre, picchiotti, roste, scansaruote, ecc.
Un intero museo dedicato alla ghisa dunque, una lega composta da ferro e carbonio. A differenza del ferro battuto, che richiede per ogni pezzo prodotto la presenza dell'abilità manuale dell'artigiano, la ghisa, essendo fusa, consente la riproduzione del medesimo esemplare in più copie, del tutto identiche una all'altra.
Fino agli anni 30-40 del Novecento, la ghisa era ampiamente utilizzata per opere di arredo urbano e per la illuminazione delle strade nelle città in Italia e in Europa. Chi non ricorda i gazebo nei parchi pubblici, spesso utilizzati per ospitare concerti, oppure i gazebo delle terme o degli stabilimenti balneari al mare? Se pensiamo alle abitazioni possiamo ricordare i magnifici balconi in ghisa di Parigi, oppure i battiporta dalle forme più strane nelle nostre città: mani, leoni, zampe di animali, e altro ancora. All'interno delle case potevamo trovare con facilità teiere in ghisa, stufe domestiche, grucce portabiti, portaombrelli, carboniere, ecc.
Tra le opere esposte al museo una bella maschera in ghisa, proveniente da una fontana in pietra collocata anticamente presso il Foro Annonario di Cesena, come mostra la foto che pubblico qui, tratta dalla pagina FB del museo. Uno dei pezzi che ho preferito, così carica di tensione creativa.
Da giugno a settembre il museo è aperto sabato, domenica e festivi  dalle 14.30 alle 18.00, altrimenti l'accesso si può prenotare telefonando al numero 0547 666457 (Comune Longiano) oppure 0547 652171 (Fondazione Neri). Per info http://www.museoitalianoghisa.org/home.asp?L=IT.
Un'ultima piccola curiosità: dal 2008 è stata aperta una sezione staccata del museo a Cesena, presso i Giardini Pubblici, dove trovano spazio un gazebo e alcuni pali storici che gli fanno corona.

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