giovedì 19 settembre 2013

Visita guidata a Santarcangelo di Romagna (RN)

Inizio ringraziando Valeria, la guida dello IAT di Santarcangelo, che domenica mattina mi ha portato a spasso per la cittadina di Santarcangelo di Romagna, raccontandomene la storia e gli aneddoti. E poi ringrazio il gruppo al quale mi sono aggregata, per avermi fatto la cortesia di ospitarmi in mezzo a loro. Siamo partiti da Piazza Ganganelli, cuore della città, dedicata al santarcangiolese Antonio Vincenzo Ganganelli, eletto Papa nel 1769 con il nome di Clemente XIV. L'arco trionfale nella piazza fu eretto in suo onore, su progetto dell'architetto Cosimo Morelli. Ma il Papa ahimè ebbe vita breve, morì avvelenato, forse dai gesuiti, dei quali aveva sciolto l'ordine monastico.L'arco viene anche ricordato per una ragione più profana, ovvero perché tradizione vuole che di qui si passi in occasione della "fiera dei becchi", per assodare se "becchi" si è diventati oppure no. In quella occasione è consuetudine mangiare piadina con salsiccia, peperoni e cipollotti rossi di Santarcangelo, da cui deriva il vezzo di appellare i nativi col termine di "cipollotti". Al centro della piazza si trova un monumento ai caduti, di epoca fascista. Manca nella piazza una chiesa, sostituita da una scuola comunale nel corso dell'Ottocento.
Il centro storico del paese di Santarcangelo è pedonale, ci si muove con facilità anche in gruppo, unica accortezza è indossare scarpe comode, le vie sono fatte di antichi sampietrini, non mancano le scalinate, cui seguono immancabili ripide discese.
Il paese gode di un insospettabile patrimonio:circa 150 grotte, di cui alcune monumentali, altre private, perlopiù costruite tra il 1400 e il 1800, ma non mancano quelle che gli studiosi ritengono avere più di 2000 anni.
Sono 5 i km di grotte nella parte orientale del colle Giove, colle sul quale sorge oggi Santarcangelo. Anticamente il paese era più vicino al mare, in seguito alle alluvioni dei fiumi Uso e Marecchia si decise di edificare più vicino alle colline. Fu soltanto tra il 1300 e il 1400 che i Malatesta costruirono la II cerchia di mura, in origine la cittadina vantava una sola cerchia di mura.
Siamo saliti fino alla "via dell'amore" da dove si gode di un paesaggio fantastico, in lontananza si scorgono Verucchio, San Marino, Rimini, la linea di costa.
La Rocca che domina il paese era purtroppo chiusa al pubblico, non abbiamo potuto visitarla.
Sopra al "campanone", come lo chiama la gente di qui, si trova San Michele Arcangelo in ferro battuto, vero simbolo del paese, che ruota a segnare la direzione del vento.
Salendo e scendendo per le antiche vie siamo giunti fino all'ingresso della parte monumentale delle grotte tufacee di Santarcangelo. Contrariamente a quanto sarebbe logico supporre, queste grotte non sono in tufo, ma in argilla e/o arenaria.
Temono le infiltrazioni d'acqua, ma non temono i terremoti. Sono su tre piani, al loro interno si respira grazie a un pozzo il cui accesso si trova localizzato all'interno del Museo del Bottone, altro piccolo tassello della tradizione locale, al quale dedicherò un post a parte su questo blog.
I motivi per cui le grotte vennero costruiti vengono ancora oggi indagati: sicuramente in zona era necessario avere locali in cui stipare il grano e la produzione vitinicola, ma pare che questa non sia l'unica motivazione. Si ipotizza, secondo la tesi più accreditata, che Santarcangelo si trovi sulla via che da Saint Michèle in Francia conduceva gli antichi pellegrini in Giordania, e che quindi nelle grotte trovassero rifugio. L'uscita dalle grotte consta di una piccola porticina in legno, localizzata davanti al residence Lazaroun dove ho tra le altre cose trovato alloggio per la mia permanenza a Santarcangelo.
Da qui il nostro gruppo ha proseguito per la visita al museo del bottone, che io avevo già esplorato, per cui noi qui ci siamo salutati. In questo splendido borgo ho avuto modo di visitare anche il museo dedicato a Tonino Guerra, il MET, il MUSAS, le fontane ideate da Tonino Guerra, la Chiesa della Collegiata, la Piazzetta delle Monache, la osteria "La Sangiovesa", ecc, mille curiosità di cui vi racconterò più avanti. Una piccola considerazione: il borgo appare particolarmente vivibile la sera, grazie ad una intelligente politica della amministrazione locale che ha privilegiato le piccole botteghe, i ristoranti e gli alberghi diffusi del centro storico, a discapito dei grandi ipermercati. Questo ha fatto sì che la sera si trovi gente che mangia all'aperto, che passeggia, che si ferma a chiacchierare fino a tardi con gli amici, che si dedica allo shopping. In altre parole ciò che vorremmo accadesse anche in altre città d'arte, quali ad esempio Ravenna: un sogno realizzabile?
Se desiderate godere della medesima visita guidata il numero da comporre è 0541624270 oppure visitate il sito www.iatsantarcangelo.com

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