venerdì 13 ottobre 2017

"I tarocchi secondo Ravenna": mosaico contemporaneo da Ravenna (RA)

Forse li avete notati, ma forse anche no. Posizionati ai lati della "Sala del Mosaico"inaugurata di recente negli spazi della Biblioteca Classense, via Baccarini 3, Ravenna (RA), rappresentano un progetto firmato Rotary Club , realizzato dall'Accademia di Belle Arti di Ravenna. Sono splendide opere a mosaico, che rappresentano un invito al viaggio nel mondo dei Tarocchi secondo Ravenna   

In principio era il Matto? Possible: secondo alcune cosmogonie gnostiche il demiurgo commette un errore, un errore folle che paghiamo con la morte. O in principio era il Mondo, l'ultima lama dei Tarocchi? In effetti un istante dopo il big bang si genera l'universo intero, ancora oggi in viaggio. Nei tarocchi di Marsiglia, il mazzo più popolare, il Mondo è una donna nuda incastonata in una mandorla di foglie e frutti. Ai quattro angoli del mondo i simboli degli evangelisti. La mandorla ha spesso accolto Cristo o Maria nei secoli: intersezione di due cerchi, allude all'unione di materia e spirito, di cielo e terra. Della ninfa, della lontana parente nordica di Venere che campeggia nella versione marsigliese non vi è traccia nella lama a mosaico di Lia Maggioli. Del Mondo resta solo la mandorla sul campo partito in quattro, una mappa liquida su cui galleggiano relitti di mondi antichi, remoti.
Questo mondo è il punto di partenza per un viaggio immaginario tra le figure dei Tarocchi. E incontriamo subito la Papessa di Aleksandra Miteva. O meglio, anche in questo caso, quel che ne resta: il tronco cubico, vuoto, sulla strada contesa tra giorno e notte. Una lama apparentemente inconsueta, ma che racchiude un profondo, intimo legame con l'immaginario di Ravenna, città costellata di troni vuoti, di assenze esibite da secoli. A San Vitale si trova il più celebre, il trono absidale istoriato di marmi preziosi a cui fan scorta i fregi con i troni vuoti di Nettuno, intorno ai quali si affannano, lieti, putti di età augustea e forse rinascimentale. A questi tre troni vacanti fanno eco quelli mosaicati nei battisteri. Nel battistero ariano il trono è unico, asse da cui pare discendere la colomba battesimale e verso cui muove il corteo degli apostoli. Nel battistero ortodosso sono quattro, cardini cruciali del mondo. 

"I Tarocchi secondo Ravenna", quindi. Perciò l'abbondanza di Imperatrici, nella città di Galla Placidia che custodisce l'effige di Teodora, colta da Tommaso Basso ad ammiccare maliziosa. Perciò Giustiniano rivisitato da Sara Vasini, e i suoi calchi da ravvivare col pennello dell'immaginazione. In questa città anche la tredicesima lama, la Morte, assume il suo vero volto di propulsore di incessanti metamorfosi, di cambiamenti di stato. E al termine del viaggio immaginario, troviamo nuovamente Galla Placidia, il suo cielo incarnato nella diciasettesima lama. A evocare un'altra figura cruciale per la città, nel momento in cui si libera dall'Inferno, dalla morte "e quindi uscimmo a riveder le stelle". 
        




 

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