venerdì 24 marzo 2017

I "Giusti tra le Nazioni" a Palazzo Sforza, Cotignola (RA)

A Cotignola (RA) troviamo Palazzo Sforza, oggi sede del Museo Luigi Varoli. Palazzo Sforza fu fatto costruire  nel 1376 da Giovanni Attendolo, appartenente ad una delle famiglie più ricche del territorio cotignolese. Egli fu capitano di ventura e, di fatto, capostipite della potente famiglia degli Sforza, di cui rimangono tracce nel magnifico Palazzo Sforzesco, in pieno centro a Milano. L'edificio appartenuto alla famiglia Sforza fu dichiarato monumento nazionale nel 1892, ma ciò non valse a salvarlo dalla distruzione, che lo colpì durante la II Guerra Mondiale; in particolare nel periodo compreso tra il 1944 e il 1945, quando il fronte bellico si spostò a ridosso del fiume Senio. Venne ricostruito nel 1961. Oggi si presenta bellissimo, con il suo rosone in cotto, stemma della familgia degli Sforza posto all'ingresso, e un giardino che in primavera troviamo fiorito, che ospita antiche steli provenienti dall'edificio originario. 
Sono arrivata in questo luogo grazie al progetto"L'Argine", che mette in rete il museo Luigi Varoli di Cotignola (RA), il Comune di Conselice (RA) e il museo della Battaglia del Senio di Alfonsine (RA) per proporre un itinerario che attraversa e collega i luoghi della memoria della Bassa Romagna, per raccontare storie di persone sullo sfondo della II Guerra Mondiale e della Linea Gotica.
Infatti, dal  2012, al secondo piano del Museo Luigi Varoli, è stata creata una sezione dedicata ai "Giusti tra le Nazioni" Varoli e Zanzi che, insieme alle mogli e a tutta la popolazione cotignolese, si distinsero in una straordinaria opera di protezione che ha permesso di mettere in salvo quarantuno ebrei dallo sterminio, nel corso della II Guerra Mondiale. La sezione del museo raccoglie materiale d'archivio, foto, libri e documenti. Bello entrare nella "stanza oscura", una installazione intitolata "Frame", dell'artista David Loom, che propone  un'immersione sensoriale in una camera buia in cui si proietta un documentario del regista Fabrizio Varesco. Una sorta di film muto a forte impatto emotivo. La vicenda dei 41 ebrei italiani salvati a Cotignola resta uno straordinario esempio di accoglienza e solidarietà, che trova riscontro anche nella Chiesa attigua a Palazzo Sforza, vero e proprio Sacrario ai Caduti. 

Nel 2015 il Museo Luigi Varoli ha commissionato agli autori Marina Girardi e Rocco Lombardi un romanzo a fumetti, pubblicato della casa editrice padovana Becco Giallo, che propone gli eventi della vicenda cotignolese, dal titolo "L'Argine". Ho avuto il piacere di averlo tra le mani: in poche pagine Francesco, protagonista del viaggio in quel di Cotignola all'epoca della  II Guerra Mondiale, incontra Vittorio Zanzi e Luigi Varoli, la famiglia Ottolenghi, gli Oppenheim, i martiri dell'eccidio della battaglia sul Senio, la figura di Stefano Casadio e il partigiano Leno, in una sorta di drammatica presa di coscienza e di passaggio dall'età infantile alla giovinezza, fatta anche di confronto con la dura realtà dei fatti. Il romanzo a fumetti si chiude con la "Operazione Bandiera Bianca", che segna la fine dei bombardamenti a Cotignola, liberata la mattina del 10 aprile 1945.  

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